"Informazioni sulla moralità...". Cosa potrebbero sapere i russi dei politici italiani

La missione sanitaria russa in Italia nel 2020 potrebbe essere stata solo un pretesto per permettere alle spie di agire con maggiore libertà

"Informazioni sulla moralità...". Cosa potrebbero sapere i russi dei politici italiani

Ci sono ancora zone d'ombra nella missione russa autorizzata da Giuseppe Conte nel 2020, all'inizio della pandemia. Lo scoppio della guerra in Ucraina ha fatto scattare un campanello d'allarme per quello che i militari atterrati in Italia il 20 marzo, nel pieno della crisi, avrebbero potuto scoprire sul nostro Paese nel corso della loro lunga permanenza, che si è protratta per oltre due mesi. Sono stati 123 i soldati inviati da Vladimir Putin in Italia per quella che sarebbe dovuta essere solo una missione medica. L'accordo stretto dal nostro Paese con la Russia parlava di aiuti sanitari, quindi strumentazioni e dispositivi di protezione individuale da fornire agli ospedali ma in Italia arrivarono per lo più militari e gli aiuti medici erano in quantità non sufficienti a tamponare l'emergenza.

Oggi, il Corriere della sera rivela che gli specialisti arrivati in Italia con la copertura della missione sanitaria "potrebbero aver 'agganciato' persone disponibili a fornire altre notizie 'sensibili'". I dubbi sono sempre più forti sulla reale natura di quella missione, specie davanti alle minacce che arrivano costantemente al nostro Paese da Mosca. Minacce nemmeno velate, anzi, molto esplicite come quella mossa dal ministero degli Esteri russo che, con una nota, mette nel mirino la "moralità di alcuni rappresentanti delle autorità italiane". Mosca si dice risentita proprio dei dubbi sorti attorno alla missione umanitaria, e accusa l'Italia di aver assunto "una linea di comportamento così servile e miope" che "non solo danneggia le nostre relazioni bilaterali, ma dimostra anche la moralità di alcuni rappresentanti delle autorità pubbliche e dei media italiani".

Il ministro Lorenzo Guerini ha rassicurato sul fatto che i militari russi siano sempre stati controllati quando si trovavano sul territorio italiano ma le ricercatrici di Mosca per mesi hanno avuto accesso al sistema informatico dell'ospedale Spallanzani di Roma, per esempio. Da lì avrebbero potuto scaricare informazioni sensibili sul nostro Paese, che ora il Cremlino potrebbe utilizzare per vendicarsi del "tradimento" dell'Italia, che a seguito della sua invasione si è schierata al fianco dell'Ucraina.

Ci sono poi i casi di spionaggio, come dimostra il caso dell'ufficiale di Marina Walter Biot, condannato per aver offerto informazioni sensibili e riservate alle spie russe. E, come confermato dai nostri servizi, è una certo che nel nostro Paese ci siano spie russe. Alla luce di questi dettagli, la Russia potrebbe avere materiale per vendicare la scelta dell'Italia.

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