La morte di David Rossi

David Rossi, Il gip archivia l'indagine sui festini a luci rosse

Il Tribunale di Genova accoglie la richiesta dei pm di archiviazione dell’inchiesta per abuso d’ufficio e favoreggiamento della prostituzione

David Rossi, Il gip archivia l'indagine sui festini a luci rosse

Nessun festino a luci rosse ad intralciare le indagini sul caso Rossi, secondo il gip di Genova Franca Bolzone. Che adesso archivia l’indagine della procura. Si chiude così un’altra porta sulla morte di David Rossi. Un altro punto interrogativo su una amorte che resta ancora oggi assurda. L’ennesimo "schiaffo" alla famiglia dell’ex responsabile della comunicazione di Mps, morto il 6 marzo del 2013 dopo essere precipitato dalla finestra del suo ufficio a Rocca Salimbeni, sede della banca in cui lavorava.

Dopo le prime due archiviazioni del caso, bollato come suicidio sulla base di indagini che facevano acqua da tutte le parti, erano state la figlia dell'ex manager Carolina Orlandi e sua madre, la moglie di David, a portare avanti la battaglia chiedendo verità e giustizia.

A ottobre del 2017 il caso fece un passettino in avanti, con l’apertura di un fascicolo da parte della procura di Genova per atti relativi, sulle frasi dell'ex sindaco di Siena, Pierluigi Piccini, rilasciate durante una puntata de Le Iene, che assieme alla famiglia hanno portato avanti una lunga inchiesta giornalistica dedicata alla morte di Davide Rossi. La procura genovese aveva aperto un fascicolo per abuso d'ufficio e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile, a carico di ignoti.

Piccini, nell’intervista shock aveva raccontato al giornalista di essere a conoscenza di “festini” ai quali avrebbero partecipato, noti personaggi tra magistrati e politici. Insomma, l’ex primo cittadino aveva fatto intendere che “le indagini sul decesso di Davide Rossi non si sarebbero spinte oltre per evitare lo scandalo nei confronti di magistrati o di altre personalità di rilievo nazionale che avrebbero preso parte ai ‘festini’ ”, come aveva spiegato, a suo tempo, il procuratore capo di Siena, Salvatore Vitello, dopo aver visionato l’intervista de Le Iene.

"Si racconta di una "storia parallela" - aveva proseguito il procuratore - mai emersa nel corso delle indagini svolte da questo ufficio e mai denunciate dallo stesso interlocutore che vedrebbe coinvolti vari soggetti, tra cui i magistrati senesi in party a base di cocaina che si sarebbero tenuti in due ville, una in una località tra Siena e Arezzo ed un'altra in zona di mare”. Eppure, dopo aver raccolto numerose testimonianze, arrivò la richiesta di archiviazione da parte dei pm genovesi. Richiesta alla quale, si opposero i legali della famiglia Rossi, gli avvocati Carmelo Miceli e Paolo Pirani.

Ma il gip non ha accolto la richiesta e nonostante gli approfondimenti di indagine portati in udienza dai familiari ha confermato lo stop. Oggi, a distanza di tre anni da quel giorno che aveva regalato speranza, Franca Borzone ha archiviato l'indagine della procura del capoluogo ligure sui presunti festini a luci rosse a cui avrebbero partecipato alcuni magistrati senesi che poi avrebbero insabbiato le indagini sulla morte dell'ex responsabile della comunicazione di Mps. Vero, secondo la procura, che nella prima parte delle indagini vi siano evidenti lacune e che alcuni pm avrebbero tenuto, forse, comportamenti inopportuni, ma non vi sarebbe la prova che tali comportamenti abbiano potuto compromettere l’intera inchiesta sulla morte di Rossi. Il fascicolo era stato trasmesso al Csm per valutare eventuali profili disciplinari. Intanto, è del 12 novembre la notizia del via alla commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte dell’allora capo della comunicazione di Banca Mps.

“Purtroppo me lo aspettavo - ci ha spiegato Carolina Orlandi - visto l’atteggiamento che ho trovato a Genova durante l’ultima udienza. Adesso speriamo che la commissione d’inchiesta possa fare la differenza con coraggio, senza limitarsi a seguire la traccia che ormai da troppo tempo tutti si limitano che a seguire”.

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