di Maurizio Perriello
Il mondo del design è orientato per sua stessa definizione al futuro, all’innovazione. L’importante è, però, avere le spalle ben coperte, cioè muovere i passi dalla grande tradizione che contraddistingue questo settore. E quando si parla di grande (e grandissima) tradizione nel design non si può fare a meno di ricordare l’opera di Leo Burnett (1891 – 1971) e dell’omonima agenzia pubblicitaria di Chicago, sbarcata in Italia nell’ormai lontano 1966 con tre sedi a Milano, Roma e Torino.
In occasione del Fuorisalone 2013, Leo Burnett apre al pubblico il Theater of Imagination (ex Teatro delle Erbe) per presentare una nuova idea che ridefinisce i confini stessi dell’agenzia: un leader nell’advertising lancia una divisione dedicata al design. “Siamo un’agenzia globale, più che un’agenzia con base a Chicago e varie sedi nel mondo”, dichiara l’attuale CEO dell’agenzia Tom Bernardin. Una struttura a livello mondiale, quindi, che si sviluppa tra Chicago, Toronto, Londra, Berlino, Tokyo, Melbourne e Milano. Non sono sette città a caso. Sono sette città dove da sempre o per nuovo slancio, il design è all'avanguardia: ed è proprio Milano, per il suo ruolo di capitale del design, che diventa il quartier generale del nuovo network globale. E a maggior ragione nella settimana dedicata al Salone del Mobile. L’interno del Theater abbina elementi moderni alle caratteristiche di pregio storico del palazzo, come i pavimenti in graniglia di marmo e le porte in legno di rovere. L’allestimento e l’installazione di vari oggetti di design dai colori pastello – fra cui una grossa mela “pop” all’ingresso – collocati nello spazio dà infine l’impressione di trovarsi in un piccolo grande museo colorato e consacra gli interni del Theater alla messa in mostra della creatività. La World Premiere, tenutasi in Foro Buonaparte (Brera) e aperta dalla partecipazione esclusiva di Federica Fontana, è stata anche l'occasione per avvicinarsi alle opere di quattro artisti legati tra loro da un rapporto evidente con il mondo del design e della grafica: Greg
538em;">Bogin con le opere "Don't mention it" e "Thank you", il milanese Sergio Cascavilla con la sua "The new Abstraction of the future", Alessandro Gedda con "Adamo ed Eva" e Gessica Malagò con "Doctor Flop".
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