Cronache

Dj Fabo, fuochi d'artificio per l'ultimo saluto

In centinaia per la cerimonia in chiesa. Musica dagli altoparlanti e commozione

Dj Fabo, fuochi d'artificio per l'ultimo saluto

Milano - Il Signore ieri sarebbe stato orgoglioso degli amici di Fabo. Nella chiesa di Sant'Ildefonso troneggia, sull'altare, una struttura fatta di esagoni luminosi che ricorda le torri futuriste del film Metropolis. Centinaia di persone assistono, percependola fin nell'anima, alla preghiera d'addio in memoria di dj Fabo.

Don Antonio Suigli evoca «Gesù che troppo spesso non riconosciamo». Valeria, la fidanzata di Fabo, usa parole che sono balsamo sulle ferite di tutti i presenti.

La mamma di Fabo - che questa cerimonia ha voluto con tutte le sue forze - è l'incarnazione della dignità nel dolore. Dopo 40 minuti in cui nulla sembra avere la retorica della predica, parte la musica preferita di Fabo. E poi i fuochi d'artificio. Il popolo di Fabo si allontana in silenzio. Senza la banalità stucchevole degli applausi. E quella mancanza di «rumore» è una cosa meravigliosa.

La gente azzarda: «Fabo sognava di...», «Fabo credeva che...». Ma Fabo non c'è. Le ceneri di Fabiano Antoniani, 40 anni, sono state disperse in India dopo il suo suicidio assistito in Svizzera. In tutti questi giorni di giudizi «tanto al chilo» ne abbiamo sentiti tanti. In troppi si sono arrogano il diritto di interpretare il pensiero di Fabo.

Il tempio di Cristo è diventato ieri una «discoteca» dell'amore. Della solidarietà. Della fratellanza. Parte il brano: Sky and sand, cielo e sabbia, di Paul Kalkbrenner, che dj Fabo aveva nel sangue. Il «non-funerale» di Fabo ha ci ha richiamati tutti in piazza Damiano Chiesa, anche noi che Fabo non lo conoscevano. Ma a farcelo sentire vicino è bastata la sua storia. Il suo dramma. Di cui è impossibile non sentirsi partecipi. Le note di Sky and sand ti prendono alla gola e il testo ti butta giù dalla rupe delle emozioni: «Nella notte mentre il mondo si riposa mi troverai nel posto che conosco meglio ballando, urlando volando fino alla luna non ti devi preoccupare perché tornerò presto». Impossibile trattenere le lacrime che sono belle, ma ti fregano sempre. Perché fanno perdere lucidità. E la lucidità è fondamentale per non farsi travolgere. Per dire che ieri, nonostante il flusso d'amore che in chiesa ci ha sommerso, sul quel sagrato c'era forse anche qualcosa di «sbagliato». Non sappiamo dire esattamente di cosa si trattasse. Una sensazione che, più ci sforzavamo di cacciare via, è più lei ci aggrediva alle spalle. Una vocina «vigliacca» eppure terribilmente veritiera. Qualcuno ha scritto nei giorni scorsi: «Dj Fabo strumentalizzato». Troppo cinismo? Forse sì, tuttavia quella maledetta «vocina» continua a far riecheggiare nelle orecchie domande carogne: dj Fabo strumentalizzato? e da chi? da Marco Cappato? Ma poi rifletti sul fatto che Fabo, un attimo prima di morire, è proprio a Cappato che ha riservato il suo ultimo saluto e ringraziamento.

E allora quella «vocina» ti fa sentire in colpa per il «brutto pensiero» che ti ha appena attraversato la mente.

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