Coronavirus

"Emergenza finita a maggio: ecco cosa succederà in primavera"

Il virologo Donato Greco rassicura sull'aumento dei contagi: ''L'emergenza è finita a maggio'' poi pronostica: ''Seconda ondata in primavera''

"Emergenza finita a maggio: ecco cosa succederà in primavera"

''Anche se il Covid è ancora in circolazione, l'emergenza è finita a maggio''. Sono le parole rassicuranti di Donato Greco, ex direttore del Centro nazionale di epidemiologia all'Istituto superiore di sanità (Iss), specializzato in malattie infettive e tropicali. ''I numeri dei contagi delle ultime settimane non devono allarmarci'', ribadisce ancora.

L'emergenza Coronavirus è ormai acqua passata. Sebbene nelle ultime 8 settimane la curva dell'epidemia abbia fatto segnare un numero crescente di contagi - l'ultimo report del Ministero della Salute parla di ''andamento in crescita ma costante'' - non vi sarebbe motivo alcuno di annunciare l'Apocalisse. ''I numeri vanno considerati con attenzione. - spiega il virologo alle pagine de La Nazione -L'incremento, che si sta mantenendo al di sotto del 2%, è correlato al numero dei tamponi eseguiti quotidianamente e in linea con l'andamento della curva epidemiologica dei mesi che stanno seguendo la fase acuta della pandemia''. Insomma, l'equazione è semplice: più tamponi, più positivi. ''È chiaro che più tamponi vengono fatti e più positivi vengono individuati, fa parte della normale attività di vigilanza. Altro fattore importante è che oltre il 97% dei nuovi contagiati non manifesta sintomi, quindi non è ammalato''.

Durante i ''mesi caldi'' dell'emergenza, alla fine dello scorso inverno, l'aggiornamento quotidiano sui dati dell'epidemia ha tenuto milioni di italiani col fiato sospeso. Ma se, al tempo, il bollettino diramato dalla capo della Protezione Civile Angelo Borrelli sembrava necessario, adesso non lo è più. ''La diffusione dei dati sul monitoraggio delle epidemie negli ultimi 50 anni è avvenuta sempre su base settimanale o mensile. Basta visitare il portale InfluNet - dove il Ministero comunica l' andamento dei contagi influenzali - per rendersene conto. Così dovrebbe accadere con il Sars-Cov-2'', spiega l'esperto.

Nonostante le buone notizie, però, il Covid è ancora in circolazione. C'è il rischio di ripiombare nell'incubo di marzo con le terapie intensive al collasso? ''L'epidemia mortale si è conclusa a maggio. - chiarisce Donato Greco - Bisogna perserverare con le misure di contenimento prescritte dal governo: distanziamento sociale, mascherine, lavaggio frequente delle mani. Sempre stando alle statistiche, il 97% degli italiani non è ancora entrato in contatto con il virus e siamo ben lontani dall'immunità di gregge. Invito però a mettere in pratica le precauzioni necessarie con prudenza e buon senso, senza farsi prendere dall'ansia''.

Quanto, invece, ai proclami catastofici di una seconda ondata in autunno, il virologo rivela: ''Non dobbiamo temere l'inverno, semmai la primavera. Il Covid- 19 appartiene alla famiglia dei Coronavirus che di solito si manifestano con più vigore tra marzo e maggio, proprio come avvenuto nei mesi scorsi. Il freddo invece è amico dei virus influenzali''.

Con la riapertura delle scuole, qualcuno stima che il virus sarà veicolato agevolmente dai giovanissimi diffondendosi, in conseguenza, a macchia d'olio tra tutta la popolazione. Ma è davvero così? ''I dati confermano che la trasmissione del virus degli studenti fino alla scuola dell'obbligo è modestissima, quindi ritengo che il danni prodotto dalle chiusure sia superiori al rischio di diffusione dell'epidemia''. Eppure negli ultimi giorni si sono registrati casi di Coronavirus in 400 istituti e 75 scuole hanno chiuso: ''Una misura eccessiva, ma i presidi non avrebbero potuto decidere diversamente perché le regole stabiliscono che è sufficiente un solo alunno positivo per disporre la sospensione delle lezioni in presenza. - continua il virogolo - A mio avviso in questa fase bisognerebbe usare l'intelligenza, ovvero procedere all'accurato tracciamento dei singoli casi, intervenendo in maniera mirata''. In altre parole, limitarsi a circoscrivere e isolare i soli contatti degli studenti risultati positivi.

Resta poi un ultima questione da snocciolare, quella dei del doppio tampone. La domanda è, ormai da mesi, sempre la stessa: serve o no? ''Lo considero uno spreco. - conclude l'esperto - Il test si basa sull'analisi di frammenti dell'acido nucleico del virus che possono rimanere in circolazione per mesi, anche dopo che il paziente è guarito. E il virus per passare da un soggetto all'altro ha bisogno di una capsula''. Insomma, l'emergenza sembra bella che andata e la ''fine del mondo'' può attendere ancora.

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