Cronache

Ridotto in fin di vita da un rom per uno scambio di persona

Emergono nuovi indizi sul brutale pestaggio subìto a Crotone dal giovane Davide Ferrerio, che continua a lottare fra la vita e la morte in ospedale: l'aggressore lo avrebbe scambiato per la persona che in precedenza aveva inviato una serie di messaggi ad un'amica minorenne

Un primo piano di Davide Ferrerio
Un primo piano di Davide Ferrerio

Alla base del violento pestaggio di Davide Ferrerio, che continua a lottare fra la vita e la morte in un letto d'ospedale a Bologna, ci sarebbe stato uno scambio di persona. Lo riporta Il Resto del Carlino, facendo il punto sulle condizioni del ventenne bolognese e tifoso felsineo (al quale anche l'allenatore rossoblù Sinisa Mihajlovic ha dedicato un pensiero, nei giorni scorsi) aggredito brutalmente a Crotone circa una settimana fa. Per l'aggressione è stato arrestato il ventiduenne Nicolò Passalacqua, nato a Colleferro ma appartenente a una comunità rom del crotonese.

Stando ai primi riscontri delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica e svolte dalla Squadra Mobile di Crotone, questi non conosceva la vittima, ma stava cercando un uomo che sui social aveva contattato e chiesto di vedere una sua amica minorenne. E Ferrerio è finito nel mirino di Passalacqua perché utilizzato a sua insaputa come capro espiatorio proprio da questa terza persona, un ragazzo di trentuno anni. Secondo gli inquirenti, quella sera Davide attendeva un amico per recarsi in una pizzeria della città calabrese, situato in via Vittorio Veneto. Nelle vicinanze c'era anche Passalacqua assieme a due suoi parenti, ad una ragazza minorenne e alla madre di quest'ultima, oltre al compagno e ad un altro figlio della coppia.

Erano lì per scoprire l'identità di chi in precedenza aveva scritto alla ragazzina su Instagram: l'utente in questione (che aveva comunque tenuto toni moderati e non aveva fatto riferimenti sessuali espliciti) le aveva proposto un incontro e quest'ultima, spaventata, avrebbe chiesto aiuto alla madre che le avrebbe suggerito di dargli appuntamento nei pressi del palazzo di giustizia. Lo stesso posto nel quale si trovava anche Davide, per una tragica casualità: il vero autore dei messaggi, poi identificato dalla polizia, era il trentunenne che Passalacqua e gli altri avevano inizialmente individuato.

Questi, presagendo la malaparata, era furbescamente riuscito a convincerli della sua estraneità ai fatti e con uno stratagemma si era defilato: intuendo quel che stava rischiando, avrebbe confidato di nascosto in chat alla giovanissima di indossare una camicia bianca, per sviare definitivamente i sospetti. Proprio lo stesso indumento che indossava Ferrerio, il quale ha visto dirigersi verso di lui sette persone dall'aspetto tutt'altro che benevolo. E spaventato da quanto intravisto, si sarebbe quindi allontanato velocemente senza fare troppe domande. Una fuga che Passalacqua ha erratamente "letto" alla stregua di una confessione: e così, dopo essergli balzato addosso, lo ha ridotto in fin di vita. Una vicenda che assume contorni sempre più agghiaccianti e surreali.

E non è detto che le prossime ore non possano portare in dote ulteriori novità.

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