Quel foreign fighter dell'Isis in Iraq che si è addestrato a Milano

Individuato e localizzato un altro militante dell'esercito islamico formatosi nel capoluogo lombardo e da qui partito per l'Iraq, dove si trova tuttora a combattere nelle file dell'Isis

Quel foreign fighter dell'Isis in Iraq che si è addestrato a Milano

Sono tra noi, nelle nostre città: e nelle nostre città si convertono all'Islam radicale, vengono indottrinati, convinti alla guerra santa, e da qui partono per i teatri di guerra. L'allarme sull'arruolamento in Italia dei foreign fighters dell'Isis è rilanciato questa mattina dall'annuncio della Procura della Repubblica di Milano che ha individuato e localizzato un altro militante dell'esercito islamico formatosi nel capoluogo lombardo e da qui partito per l'Iraq, dove si trova tuttora a combattere nelle file dell'Isis. E dove è salito rapidamente nella gerarchia dell'organizzazione: tanto che alla fine del 2015 è lui, a volto scoperto, a pronunciare davanti alle telecamere dell'Isis un lungo proclama a favore della jihad, poco dopo gli attentati che seminarono la morte a Parigi. Dettaglio sconvolgente, accando a lui nel video c'è anche il figlio di appena dieci anni, anche lui trasformato in aspirante terrorista.

L'operazione è stata condotta dalla Digos di Milano e coordinata dal pm Alberto Nobili, capo del pool antiterrorismo insieme al sostituto procuratore Enrico Pavone. Il terrorista si chiama Ahmed Taskour, marocchino, 46 anni. Il profilo di Taskour è quello di un signor nessuno: da anni in Italia con regolare permesso di soggiorno, lavoro in regola come operaio in una ditta di pulizie, casa a Bresso, nella cintura nord di Milano, moglie e due figli, mai nessun coinvolgimento nelle inchieste antiterrorismo, nessuna frequentazione nota con ambienti estremisti. Eppure, in silenzio, senza dare nell'occhio, Taskour ha maturato la sua conversione all'estremismo. Fino alla decisione di partire, pianificata e gestita con efficienza impeccabile: ha chiesto al suo datore di lavoro un anticipo sulla liquidazione per tornare in patria a curare la madre malata, si è fatto fare un prestito da una finanziaria, e sotto le vacanze di Natale è partito insieme alla famiglia, via Turchia.

Unico dettaglio della sua vita in Italia a dire che non si tratta di un cane sciolto, sono i suoi contatti con altri due soggetti a rischio: a lui la Digos milanese arriva sulla base di alcuni legami con un altro marocchino e con un arabo israeliano espulsi dall''Italia perchè considerati vicini all'Isis. Anche nei confronti di questi due vi erano poco più che indizi: ma l'arabo israeliano, Bashir Fadi Mohammed, poco dopo la sua espulsione è stato arrestato in Israele insieme ad altri sei presunti terroristi.

Nei confronti di Ahmed Taskour la Procura di Milano ha chiesto e ottenuto un ordine di cattura internazionale, ma la sua esecuzione è resa difficile (se non

impossibile, almeno per ora) dal fatto che si trova nei territori iracheni sotto il controllo del Califfato di Al Baghdadi. Se non altro, il provvedimento servirà a bloccare l'operaio se mai dovesse provare a rientrare in Europa.

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