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Francia, dai servizi ai ministri: "Il Paese ora è fuori controllo"

Generali, ministri, dirigenti dei servizi segreti lo stanno ribadendo in tutti i modi: con questa immigrazione il Paese transalpino non regge. Ed entro 5 anni potrebbe essere troppo tardi

Francia, dai servizi ai ministri: "Il Paese ora è fuori controllo"

L'ultimo a sollevare il problema è stato Philippe de Villiers, politico francese, segretario di Stato nel secondo governo Chirac, membro dell’Assemblea Nazionale e poi del Parlamento europeo.

De Villiers, intervistato nella trasmissione "Les Terriens du Samedi” di sabato 3 novembre, ha rivelato delle confidenze-bomba fatte da suo fratello, il generale Pierre de Villiers, capo di stato maggiore dell'esercito transalpino dal 2014 al 2017, a Emmanuel Macron in persona.
Il generale Pierre de Villiers avrebbe detto a Macron che "Se le periferie daranno luogo a ulteriori e ancora più violente rivolte, non avremo modo di fronteggiarle: ci mancano i mezzi, ci mancano gli uomini. E' questa la realtà della situazione politica francese”.

Il problema immigrazione, unito a quello della sicurezza, suscita allarmi sempre più diffusi in terra francese. E a mostrare sempre maggiore preoccupazione non è solo qualche "pericoloso populista" magari ispirato dalla Le Pen, ma gli stessi uomini al servizio del governo. Quali, ad esempio, l'ex ministro dell'Interno Gerard Collomb.

Collomb, poco prima di lasciare l'incarico lo scorso ottobre, ha rilasciato un'intervista al settimanale Valeurs Actuelles che lascia ben poco spazio a interpretazioni riguardo le sue opinioni sullo stato dell'immigrazione in Francia. "Assolutamente no" ha risposto lapidariamente all'intervistatore che gli chiedeva se il Paese avesse ancora bisogno di immigrati. "E' molto inquietante - ha detto Collomb riguardo lo stato della sicurezza nel Paese -. Quello che leggo ogni mattina nei rapporti di polizia riflette una situazione piuttosto pessimistica. Le relazioni tra le persone sono molto difficili, le persone non vogliono vivere insieme”.

Alla domanda sulla responsabilità dell'immigrazione in questo fenomeno, Collomb ha risposto: "E' enorme. Alcune comunità in Francia si scontrano sempre più, e in modo sempre più violento". L'ex ministro dell'Interno ha anche dichiarato di temere possibili secessioni. Interrogato, infine, su quanto tempo resti alla Francia per rimediare, Collomb ha fatto previsioni foschissime: "Direi che da qui a 5 anni la situazione potrebbe diventare irreversibile. Sì, abbiamo 5 anni per evitare il peggio".

A tenere compagnia a de Villier e Collomb c'è poi Patrick Calvar, ex capo del Dgsi - i servizi segreti francesi - che già nel 2016 riteneva che le tensioni sociali stessero raggiungendo la soglia massima di tolleranza, tanto da temere uno scontro tra la destra radicale e il mondo musulmano. “Siamo sull’orlo di una guerra civile - disse all'epoca Calvar -. Ancora un paio di attentati e questa avrà luogo”.

Le polemiche sulla sicurezza sono tornate di stretta attualità in Francia dopo la notte di Halloween, quando nelle periferie di Parigi e di numerose altre città (tra cui Lione, Rennes, Nantes, Tolosa e Marsiglia) sono scoppiate violenze e disordini in seguito all'invito, lanciato da un adolescente magrebino su Snapchat, ad insorgere contro la polizia ed "epurare" la città di Grenoble, invito poi divenuto virale e rilanciato in tutto il Paese.
Risultato: decine di auto bruciate, furti, saccheggi, cassonetti rovesciati o dati alle fiamme, aggressioni agli uomini in divisa e oltre 100 arresti.
In attesa del prossimo round.

E sperando che non sia la resa dei conti definitiva.

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