Cronache

Il Frecciarossa devia a Parma per la Roma: esplode la protesta

Fermata non prevista del treno a Parma per far scendere la squadra di Zeman. I passeggeri non sapevano: 40 minuti di ritardo

Si sa, in Italia, si è sin troppo abituati a subire i ritardi dei treni. Ma, a volte, quel che è troppo è troppo. Tanto che fa discutere la "fermata straordinaria" del Frecciarossa che ieri ha portato i giocatori della Roma dalla Capitale a Parma, dove la squadra è impegnata questa sera in campionato. Tutto previsto secondo Trenitalia che con la società giallorossa, così come con altre squadre di serie A, ha firmato nelle scorse settimane un accordo di collaborazione per alcune trasferte. Ma il Codacons ha già presentato un esposto alla procura di Parma: "Sanzionare Trenitalia perl’ingiusta prevaricazione a danno degli utenti".

Come riportato oggi dal Giornale (leggi l'articolo), il Frecciarossa 9544 del 30 ottobre è partito da Napoli alle 14.50, si è fermato a Roma, Firenze e Bologna ed è arrivato a Milano alle 19.40. Il convoglio ha accumulato un ritardo di oltre 40 minuti poiché, a quasi un’ora dalla fine dell’itinerario programmato, il treno ha abbandonato la linea dell’alta velocità per dirigersi verso Parma. La rabbia dei passeggeri è montata presto sui social network: quasi tutti si sono lamentati del ritardo e dell’assenza di segnalazioni nelle stazioni. Del caso si è, subito, occupato anche il Codacons che ha annunciato la presentazione di un esposto alla procura di Parma affinché chieda di "aprire un’indagine per il reato di interruzione di pubblico servizio". L’associazione si è rivolta anche alla Regione Emilia-Romagna, auspicando "una sanzione nei confronti di Trenitalia, in relazione all’ingiusta prevaricazione a danno degli utenti".

Secondo quando riportato da alcune testate, Trenitalia starebbe pensando a un rimborso del 25 per cento del biglietti dei passeggeri, ma allo stesso tempo ha precisato che gran parte del ritardo è stato causato da problemi di rallentamento non legati alla fermata di Parma.

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