Cronache

A fuoco l'auto di una giornalista del Tg1. Indagano i carabinieri

Completamente distrutta dalle fiamme l'auto di Cinzia Fiorato e di suo marito Vincenzo Iacovino, che si sfoga sui social e lancia accuse pesanti

A fuoco l'auto di una giornalista del Tg1. Indagano i carabinieri

È mistero attorno all'incendio dell'auto di Cinzia Fiorato, giornalista del Tg1, e di suo marito Vincenzo Iacovino, avvocato. I fatti si sono verificati a Monterotondo, borgo della periferia romana. I due hanno deciso di sporgere denuncia e sul caso stanno indagando i carabinieri della stazione locale ma al momento non sono stati trovati elementi che facciano supporre l'origine dolosa dell'incendio.

Mentre proseguono le indagini, la coppia è stata precauzionalmente posta in regime di sorveglianza. Impossibile per ora stabilire cosa possa essere successo al suv di Monica Fiorato e di suo marito, ovviamente spaventati per quello che, ai loro occhi, appare come un atto intimidatorio. E lo lascia intendere senza mezzi termini l'avvocato Iacovino con un post lasciato sui social: "Se essere liberi ha un prezzo noi vogliamo esserlo ad ogni costo e con noi tutti coloro che credono nella libertà e nella giustizia! Non ci fermerete mai, miserabili! I vigliacchi codardi hanno bruciato la nostra macchina ma non bruceranno mai la nostra dignità!".

L'ipotesi del marito della giornalista si basa sul fatto che da tempo i due denuncino fatti gravi che si verificano a Monterotondo durante la notte, di cui uno proprio poche ore prima che la loro auto andasse a fuoco: "Questa sera, dopo che io e Cinzia abbiamo postato le immagini dell’ennesima rissa violenta avvenuta venerdì alle tre di notte tra gente ubriaca e sfatta di ogni sostanza, hanno pensato di metterci a tacere bruciando la nostra macchina. L’atto vile si è consumato in piazza della Libertà, quella che noi stiamo difendendo da sempre".

Nonostante l'incendio, che Vincenzo Iacovino imputa a un gesto intimidatorio da parte della malavita locale, i due non si fermeranno: "Da tempo stiamo denunciando il malaffare di gruppi d’interessi malavitosi; la malamovida; lo spaccio di droga e il riciclaggio; la vendita di fiumi di alcol fino a oltre le 4 di mattina con tanto di musica interna ed esterna ai pubblici esercizi". Ma anche risse e danneggiamenti.

"Noi andremo avanti più di prima e con determinazione fino in fondo e faremo di tutto per garantire la legalità! Ringraziamo il sindaco e l’amministrazione di Monterotondo per tutto quello che non hanno fatto per garantire la sicurezza, la salute e l’ordine pubblico!", ha concluso Iacovino.

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