Cronache

A forza di vedere razzismo ovunque finiranno per abbattere mezza Italia

Nel mirino del politicamente corretto finiscono sempre più spesso i simboli del passato, anche remoto. Le manifestazioni contro il razzismo, negli Usa degenerate in saccheggi, sono arrivate per imitazione anche in Europa

A forza di vedere razzismo ovunque finiranno per abbattere mezza Italia

Nel mirino del politicamente corretto finiscono sempre più spesso i simboli del passato, anche remoto. Le manifestazioni contro il razzismo, negli Usa degenerate in saccheggi, sono arrivate per imitazione anche in Europa, dove a dire il vero di razzisti, salvo qualche troglodita, non c'è traccia. Ovunque sono state prese di mira le statue, in particolare in Inghilterra. Particolare astio è stato riservato a Winston Churchill e Cecil Rhodes, giudicati razzisti e colonialisti. Churchill era un uomo del suo tempo e aveva i suoi pregiudizi. Certe razze, per un colonialista come lui, avevano solo da trarre vantaggio dal contatto con l'Occidente bianco e cristiano. Le tribù «di selvaggi», come diceva lui, andavano sottomesse con ogni mezzo. Churchill però mandò a morire gli inglesi per combattere la peste nazista e regalare la libertà anche a chi oggi la usa per insultarlo. Più che discutere ogni singolo caso, monumento per monumento, è interessante notare il desiderio di fare tabula rasa del passato, per poi ricostruirlo (e soprattutto giudicarlo) secondo l'agenda di giornata del politicamente corretto. Ridurre Churchill a «razzismo» è falsificare la storia ed equivale, come insensatezza, a cancellare la parola «negro» dai libri del Settecento o dell'Ottocento. Ritocca qui, correggi là, si corre il rischio di cadere nella censura, mescolando incongruamente la giusta richiesta di pari diritti con una ideologia sempre più intransigente e dannosa.

Se i criteri del politicamente corretto fossero applicati con rigore, in Italia non resterebbe in piedi neanche un muro. I monumenti degli antichi romani, colonialisti e schiavisti, andrebbero rasi al suolo, a partire dal Colosseo (dove venivano massacrati pagani, cristiani e animali) e dall'arco dell'imperatore romano Tito (che celebra la distruzione del tempio di Gerusalemme). Il Vaticano e le Chiese non potrebbero durare a lungo, basta pensare ai preti che sbarcarono nelle Americhe con i conquistadores o alla Santa inquisizione o banalmente alle Crociate. Il Rinascimento scordatevelo, era antidemocratico e guerrafondaio. Da abbattere quindi la Firenze del tiranno mediceo e la Serenissima colonialista. Il fascismo, beh, basta la parola. Ci sarebbe da tirar giù mezza Roma, dall'Eur alla cittadella universitaria. E i tombini? C'è sopra un vecchio fascio littorio. Via anche i tombini. Il resto d'Italia andrebbe igienizzato con analogo rigore. Questo significherebbe abbattere poste, uffici pubblici, comuni, perfino intere città, come Latina, nate dalle bonifiche e inaugurata nel 1932.

Ma poi perché fermarsi qui? Non facciamo i provinciali. Le piramidi non sono un clamoroso monumento allo schiavismo? Il Museo del Louvre, a Parigi, non è un esempio di appropriazione culturale (chiamiamola così) di opere di altri Paesi?

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