A forza di vedere razzismo ovunque finiranno per abbattere mezza Italia
10 Giugno 2020 - 17:00Nel mirino del politicamente corretto finiscono sempre più spesso i simboli del passato, anche remoto. Le manifestazioni contro il razzismo, negli Usa degenerate in saccheggi, sono arrivate per imitazione anche in Europa
Nel mirino del politicamente corretto finiscono sempre più spesso i simboli del passato, anche remoto. Le manifestazioni contro il razzismo, negli Usa degenerate in saccheggi, sono arrivate per imitazione anche in Europa, dove a dire il vero di razzisti, salvo qualche troglodita, non c'è traccia. Ovunque sono state prese di mira le statue, in particolare in Inghilterra. Particolare astio è stato riservato a Winston Churchill e Cecil Rhodes, giudicati razzisti e colonialisti. Churchill era un uomo del suo tempo e aveva i suoi pregiudizi. Certe razze, per un colonialista come lui, avevano solo da trarre vantaggio dal contatto con l'Occidente bianco e cristiano. Le tribù «di selvaggi», come diceva lui, andavano sottomesse con ogni mezzo. Churchill però mandò a morire gli inglesi per combattere la peste nazista e regalare la libertà anche a chi oggi la usa per insultarlo. Più che discutere ogni singolo caso, monumento per monumento, è interessante notare il desiderio di fare tabula rasa del passato, per poi ricostruirlo (e soprattutto giudicarlo) secondo l'agenda di giornata del politicamente corretto. Ridurre Churchill a «razzismo» è falsificare la storia ed equivale, come insensatezza, a cancellare la parola «negro» dai libri del Settecento o dell'Ottocento. Ritocca qui, correggi là, si corre il rischio di cadere nella censura, mescolando incongruamente la giusta richiesta di pari diritti con una ideologia sempre più intransigente e dannosa.
Se i criteri del politicamente corretto fossero applicati con rigore, in Italia non resterebbe in piedi neanche un muro. I monumenti degli antichi romani, colonialisti e schiavisti, andrebbero rasi al suolo, a partire dal Colosseo (dove venivano massacrati pagani, cristiani e animali) e dall'arco dell'imperatore romano Tito (che celebra la distruzione del tempio di Gerusalemme). Il Vaticano e le Chiese non potrebbero durare a lungo, basta pensare ai preti che sbarcarono nelle Americhe con i conquistadores o alla Santa inquisizione o banalmente alle Crociate. Il Rinascimento scordatevelo, era antidemocratico e guerrafondaio. Da abbattere quindi la Firenze del tiranno mediceo e la Serenissima colonialista. Il fascismo, beh, basta la parola. Ci sarebbe da tirar giù mezza Roma, dall'Eur alla cittadella universitaria. E i tombini? C'è sopra un vecchio fascio littorio. Via anche i tombini. Il resto d'Italia andrebbe igienizzato con analogo rigore. Questo significherebbe abbattere poste, uffici pubblici, comuni, perfino intere città, come Latina, nate dalle bonifiche e inaugurata nel 1932.
Ma poi perché fermarsi qui? Non facciamo i provinciali. Le piramidi non sono un clamoroso monumento allo schiavismo? Il Museo del Louvre, a Parigi, non è un esempio di appropriazione culturale (chiamiamola così) di opere di altri Paesi?