
Israele non dimentica, Israele ricorda. Ma non un solo giorno, il Giorno della memoria, come accade nel resto del mondo. Tanto è l'orrore che il suo popolo ha subito fin dai tempi dei faraoni, e poi i pogrom dell'impero Russo, e poi Hitler e poi il 7 ottobre, che Israele per sopravvivere è condannata a ricordare in ogni momento. E fino a che il ricordo è vivo, viva è l'esigenza di vendetta. È sempre stato così, chi ha organizzato e messo in pratica la strage del 7 ottobre oltre mille tra donne e bambini uccisi a sangue freddo in modo orribile non poteva non sapere che quel giorno stava firmando, oltre che una tragedia per il suo popolo, anche la sua condanna a morte e che l'unica incertezza sarebbe stata la data dell'esecuzione. Che ieri è stata eseguita anche nei confronti del capo di quei boia, Yahya Sinwar, terrorista palestinese dal febbraio 2017 leader di Hamas.
Nessuna mobilitazione pacifista, nessuna risoluzione dell'Onu, neppure le pressioni dei paesi amici e alleati avrebbe potuto distogliere Israele da questa missione certo politica e militare (mettere in sicurezza il paese) ma anche dal sapore liberatorio. Sì, nella vendetta c'è una componente quasi divina, come ben riassunto nella frase clou del film Il Gladiatore che ha fatto il giro del mondo: «Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell'esercito del Nord Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa... E avrò la mia vendetta, in questa vita o nell'altra».
Israele sta vendicando i suoi morti senza sconti né tentennamenti e non si fermerà fino a che la missione non sarà compiuta in modo definitivo. Nessuna persona che se ne sta al caldo delle sicurezze occidentali e lontano dai quotidiani attacchi terroristici dovrebbe poter giudicare. Nessuno può rimpiangere Sinwar e neppure piangerlo.
Non dovrebbero farlo neppure i palestinesi che alla sua follia hanno pagato e stanno pagando un tributo di sangue enorme. Il capo di Hamas ora se la veda con Allah, grazie a Israele la sua storia terrena per nostra fortuna si chiude qui.
Mica è solo colpa sua.
primi le povere vittime sempre in ogni circostanza. Studiati meglio la storia prima di venire qui a scrivere.
Ma che discorsi sta facendo?
In Italia nel dopoguerra eravamo la maggior parte poveri e ci siamo tirati su le maniche, non ci ha regalato niente nessuno, questa è la parte ostica che non volete capire.
Ma basta a cercare sempre una giustificazione, quasi a trovare una motivazione sia ai criminali e terroristi. Una miriade di tali esseri sono vissuti e coccolati in ambienti a cui non mancava nulla a parte l'indole criminosa di sopraffazione. Ancora oggi sopravvivono nei loro intenti e sono, pensa un po, visti da alcuni come condottieri.
E io presumo che lei non abbia mai vissuto in un kibbutz israeliano costretto a dormire con un mitra sotto il cuscino, a mandare i suoi bambini a scuola salendo su autobus diversi "perchè se uno viene ammazzato da un kamikaze "almeno" si salva l' altro" e tanto altro ancora.
16 mld di $/anno dall'ONU, oltre a tanti miliardi dal Qatar, da altri paesi arabi, dall'UE, ecc.
Considerando che Gaza aveva una popolazione di 2 mln di abitanti, avrebbero potuto vivere tutti da nababbi. Invece, con l'obiettivo di distruggere Israele, li hanno spesi in armi e scavare tunnel
Il 7 Ottobre è stata la Little Big Horn dei terroristi di Hamas (che molti palestinesi chiamano partigiani).
Per il resto il governo Israeliano è sostenuto dalla maggioranza della popolazione che da 40 anni , attentato a Rabin, ha abbandonato la prospettiva dei due stati ed abbracciato il sogno sionista della biblica "grande Israele" , ovviamnete nella declinazione del colonnello George Armstrong Custer che usava dire per "un pellerossa buono è un pellerossa morto".
Allora sono in buona compagnia, soprattutto per quanto riguarda la logica. Al di là della "libertà di espressione", del voler dimostrare "di non esser come loro" etc, sembra proprio che si voglia privilegiare certi noti provocatori., se mi leggete è un miracolo. Fortunosamente, dopo tanti tentativi andati a vuoto, recentemente sono riuscito a contattare telefonicamente la redazione lamentando quanto precede e chiederne la ratio: risulta che l' Indini che sarebbe il responsabile, È UN COLLABORATORE ESTERNO (?!?!). Ignoro comunque la correlazione tra impostare un blog di commenti ostile alla linea di centrodestra de Il Giornale utilizzando un collaboratore "esterno".
A onor del vero si dovrebbe pure tenere conto che Hamas ha creato una fortezza militare proprio nel sottosuolo di Gaza: sotto gli ospedali, sotto le scuole, sotto le sedi delle (compiacenti) organizzazioni umanitarie. E ciò è stato architettato e voluto nella consapevolezza che un'attacco israeliano avrebbe portato con se migliaia di morti civili. Vittime utilissime da spendere sui media occidentali e per agitare le sensibilissime coscienze dei pacifisti di parte. Stessa cosa per Hezbollah che nel Libano meridionale ha stivato il suo arsenale nelle abitazioni private e (talvolta) nei tunnel in prossimità delle basi Unifil. Di tutto questo va tenuto conto.
Mi sono fatto tante domande; che ci faceva un comandante in capo sul fronte? Ha finito di esserlo? Si sono persi? Ha voluto morire combattendo?
Era vestito in modo poco adeguato per combattere, stivali di gomma, senza gilet antiproiettile, senza fucile e garettiera caricatori. E' stato sorpreso mentre passava da un tunnell all'altro? Mah..
Piuttosto si tratta di un principio operativo che definisce Israele dalla sua nascita in opposizione a quello degli ebrei della diaspora ossia: se qualcuno ti colpisce, colpiscilo ancora più duramente affinché impari. E se non impara, raddoppia la dose fino a che non ha imparato.
È un approccio più vicino a quello degli USA che a quello italiano.
Non si poteva cercare la vendetta anche prima di fare questa strage?
Non si poteva farlo con i cerca persone di Hamas ?
O è tutta una scusa per chi pensare alla pace non usa .
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Concetti indegni della civiltà occidentale, negazione di qualsiasi valore cristiano.
Considerazioni storiche patetiche e semplicemente grottesche