Grillo pensa a un suo Movimento. Vuole tornare a manette e deliri

Quelle "origini" deliranti e improponibili

Grillo pensa a un suo Movimento. Vuole tornare a manette e deliri
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Dice: il Movimento delle origini. Ma lo ricordate, il Movimento delle origini? No, non quello del «Vaffanculo day», e neppure quello che voleva reintrodurre le preferenze e impedire di candidare chi avesse fatto due legislature, non quello che si basava solo su parole chiave (tipo acqua, sviluppo, connettività, ecologia) e che veniva paragonato ai Partiti pirata, ad Occupy Wall Street e agli Indignados spagnoli.

No, neanche quello in cui il guru Casaleggio diceva che «nel 2018 il mondo sarà diviso in due blocchi: a Ovest con internet e a Est con una dittatura orwelliana, nel 2020 ci sarà la terza guerra mondiale (durerà vent'anni) che spazzerà via San Pietro e Notre Dame e altri simboli, si useranno armi batteriologiche e il clima sarà stravolto e il mare si alzerà di 12 metri». Non serve andare così indietro: ripartiamo da 10-12 anni fa, quando, pure, i Cinque Stelle si scagliavano contro il liberismo, il capitalismo, le banche, le multinazionali, Equitalia, lo Stato, la Polizia, il Tav, MacDonald's e naturalmente i giornalisti, «tutti morti». Eppure non è la preistoria, non c'era soltanto il mito dei due mandati parlamentari, c'erano «mai con la Lega» e «mai col Pd», c'erano «basta premier non eletti» e «rimetteremo l'articolo 18», c'erano «no ai vaccini obbligatori» e il gasdotto Tap da abolire (non menzioniamo il Tav, troppo facile) e naturalmente c'era il folklore, c'erano le scie chimiche, le sirene che esistono, il microchip sottopelle, Bush e l'11 settembre, la Luna mai conquistata, il gruppo Bilderberg dietro ogni cosa, persino il pomodoro assassino (incrociato con un merluzzo) e il complotto sanitario sull'Aids, le teorie sul signoraggio bancario e la matita elettorale da umettare. È questo il Movimento delle origini. È quello che in bamba al «campo largo» definiva il Pd (Grillo dixit) «magna magna da quattro soldi», e «salma» il presidente della Repubblica, se la prendeva con Luxuria e con Vendola in quanto omosessuali, e coi Rom, con Renzi «ebetino», era quello che diceva (sempre Grillo) che l'Aids era una totale invenzione e che Bin Laden non era poi male, e che la condizione della donna araba non era poi così terribile. Il Movimento delle origini, 10-12 anni fa, era quello col capogruppo al Senato Vito Crimi che biascicava, della capogruppo Roberta Lombardi che cari amici antifascisti sul suo blog scriveva che «il fascismo aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo» (cosa peraltro vera) e dove il Fondatore, sempre lui, Grillo, contestava l'articolo 67 della Costituzione e la libertà di voto degli eletti, lui che continuava coi refrain «è finita», «a casa», «siete morti» e «l'Italia fallirà in autunno».

Insomma è qualcosa di improponibile, oggi.

Anche se, sempre oggi, il Movimento è quello che tracolla a ogni elezione perché non fa politica, non fa anti-politica, non ha soldi, non ha Redditi da scambiare, i loro candidati restano sconosciuti tranne un Giuseppe Conte che non si è neppure candidato ma è avvitato alla poltrona. Ma si stava peggio quando si stava peggio.

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