Cronache

Sea Watch sotto sequestro. L'ong: "L'Italia impedisce di salvare i migranti"

La Guardia Costiera ha sequestrato la Sea Watch 4 al termine di un controllo durato 11 ore nel porto di Palermo e ora la Ong accusa le autorità italiane

Sea Watch sotto sequestro. L'ong: "L'Italia impedisce di salvare i migranti"

Al termine di un'ispezione durata 11 ore, gli uomini della Guardia Costiera di Palermo hanno posto in stato di sequestro la nave Sea Watch 4. A comunicarlo è stata la stessa Ong attraverso i suoi canali social ufficiali. Già da ieri, da quando le autorità di polizia marittima italiane erano arrivate a bordo dell'imbarcazione, l'organizzazione aveva lamentato ipotetiche pratiche vessatorie nei propri confronti, con controlli strumentali al blocco.

"Era ciò che ci aspettavamo dopo un'ispezione il cui chiaro scopo era quello di trovare delle motivazioni pretestuose per impedirci di tornare a salvare vite. La nostra è la quinta nave umanitaria a essere fermata in 5 mesi", si legge nel profilo italiano dedicato alla Sea-Watch. Ancora più duro e aggressivo, invece, è il messaggio che si può leggere, in inglese, nel profilo internazionale di Sea-Watch e in quello in lingua tedesca: "Per 11 ore, gli ispettori hanno cercato l'ago in un pagliaio, e ancora una volta hanno trovato ragioni assurde per trattenerci. Con questo blocco arbitrario la Guardia Costiera sta deliberatamente mettendo a rischio vite umane!".

La Ong, quindi, ora punta il dito contro le nostre forze militari marittime, le stesse che nei giorni scorsi sono state impegnate in numerose operazioni per soccorrere imigranti che, per protesta, si erano lanciati dalla Open Arms in attesa di ricevere indicazioni sul porto di attracco. Ora la Sea Watch 4 dovrà restare in banchina a Palermo in attesa di nuove indicazioni. Mentre la Guardia Costiera espletava i suoi doveri di controllo a bordo, Sea Watch e Medici senza frontiere hanno diffuso un comunicato stampa contro le forze marittime italiane, accusate di effettuare controlli a bordo al solo scopo di fermare le navi umanitarie, con un'iniziativa "cinica e colpevole", dove i controlli tecnici di bordo vengono definiti strumentali al blocco.

Nel frattempo, la nave Sea-Watch 3 ha lasciato nei giorni scorsi Porto Empedocle per raggiungere il porto di Buriana, area franca per le Ong che possono contare su un approdo facilitato con regimi fiscali favorevoli a breve distanza da Valencia. Nonostante sia stata autorizzata a lasciare il Paese, la nave resta comunque sotto fermo amministrativo da parte delle autorità italiane. "Il blocco del Sea Watch 4 dimostra ancora una volta che gli Stati europei sono pronti a fare tutto quanto in loro potere per impedire il salvataggio di vite umane. Le operazioni di recupero in mare saranno bloccate per avere la certezza che nessuno raggiunga vivo le coste europee", ha dichiarato Phillip, capo della missione della Sea Watch 4.

Intanto, dopo i controlli sono emerse ben 60 positività al Covid nei migranti giunti a Palermo con la nave Open Arms. Oltre 120, dei 275 a bordo, avevano cercato di raggiungere la costa a nuoto, tuffandosi dall'imbarcazione e venendo quindi salvati dalla Guardia Costiera. Ora il governatore della Regione Sicilia Nello Musumeci chiede lo stato di calamità: "Apprendo adesso che sono oltre 60 i positivi arrivati con la OpenArms a Palermo. A questi si aggiungono quelli già presenti in Sicilia e quelli che hanno test in corso. Il tutto mentre la "zona rossa" istituita ieri si è rivelata una scelta tempestiva con il numero dei positivi nella comunità di Palermo cresciuto oltre le 100 unità.

E poi Lampedusa di nuovo stracolma e altre Ong che pretendono di utilizzare i porti siciliani mentre stiamo scoppiando".

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