Sea Watch si lamenta pure: "La Guardia Costiera ci ostacola"

Ennesimo comunicato vittimistico per Sea-Watch, che questa mattina ha ricevuto la visita a bordo della Guardia Costiera per i controlli di rito dopo l'arrivo a Palermo

Sea Watch si lamenta pure: "La Guardia Costiera ci ostacola"

Il 1 settembre, Sea-Watch 4 ha ottenuto il permesso di raggiungere l'area portuale di Palermo e qui i 350 migranti sono stati trasferiti a bordo della nave quarantena Allegra. Da quel momento, la nave è rimasta in rada all'ancora al largo di Palermo in attesa delle autorità. Negli ultimi giorni, la Ong ha alzato la voce contro l'Italia per il trattamento riservato all'altra nave, la Sea-Watch 3, che si trova attualmente in fermo amministrativo da parte delle autorità italiane. Quest'oggi, pochi minuti fa, Sea Watch ha puntato direttamente il dito contro la Guardia Costiera italiana, muovendo accuse gravi contro il nostro corpo di controllo marittimo.

Da ieri, la nave Sea-Watch 4 è ormeggiata in una delle banchine del porto di Palermo e questa mattina sono saliti a bordo i militari per effettuare i controlli di rito sull'imbarcazione. Tutto questo non è piaciuto alla Ong, che ha fotografato gli uomini della Guardia Costiera a bordo della nave e ha twittato: "Come previsto, viene imposto un controllo dello Stato di approdo al #Sea Watch 4. Dopo 4 navi trattenute in queste ispezioni è ovvio: Guardia Costiera non è qui per osservare la sicurezza delle navi ma per ostacolare sistematicamente le operazioni di ricerca e soccorso. Smettete di bloccare le navi di soccorso!".

In questi ultimi giorni, così come spesso accade, la Guardia Costiera italiana è accorsa in soccorso delle navi delle Ong in diverse occasioni. Ha recuperato i migranti della nave Etienne e li ha portati in Italia e ha sistematicamente raccolto l'sos negli ultimi casi in cui i migranti si sono buttati in mare. Ora, la Guardia Costiera è chiamata a espletare i suoi compiti di polizia marittima, epletando tutti i controlli necessari a bordo della Sea-Watch 4 così com'era accaduto alla Sea-Watch 3, che a causa delle irregolarità è stata a lungo bloccata a Porto Empedocle. Ora, la numero 3 delle navi della Ong è in navigazione verso Burriana, il porto franco spagnolo per le navi delle Ong, ma da lì non potrà muoversi. "Il Sea Watch 3 è autorizzato a salpare fino al cantiere di Burriana, ma resta bloccato dalle autorità italiane! Temiamo che questo accada anche al nostro Sea Watch 4, che è ancorato al largo di Palermo. Devono tornare nel Mediterraneo centrale al più presto perché questa criminalizzazione uccide!", hanno scritto pochi giorni fa sui loro account Twitter.

Con i soliti toni vittimistici, l'account italiano di Sea Watch ha diramato un comunicato stampa congiunto con Medici senza frontiere: "Non occorre attendere l'esito dell'ispezione per ipotizzare la possibilità che la Sea-Watch 4 venga sottoposta a fermo amministrativo, con le autorità italiane che da ormai un anno utilizzano strumentalmente questi controlli tecnici per bloccare le navi umanitarie impegnate nei soccorsi in mare".

Nel lungo comunicato, si parla di "tecnicismi usati come pretesto per impedire di salvare vite in mare" e, ancora, di iniziativa "cinica e colpevole" da parte dell'Italia.

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