Non molti forse avranno osservato che il grillino Celentano (non si sa mai!) ha fatto l'occhiolino alla destra. Non è la prima volta: già si era spinto a parlare bene di Salvini e a proporsi a una Lega distratta.
Nello slancio di cercare di emendare il mio cattivo carattere, gli è uscita un'ammissione legata al contesto: «L'altra sera a Piazza pulita hai davvero oltrepassato il limite tra l'altro, così facendo, fai del male anche alla destra. Che, a parte te, non mi sembra si comporti male». Un giudizioso fervorino. Infatti la «destra», piena di capitani coraggiosi, ha schierato me contro Di Maio a Pomigliano. In quelle terre dove si agitano le «baby gang» che piacciono tanto a Celentano e a Formigli.
Poco importa che io, cattivo esempio, sia stato censurato, non potendo spiegare le ragioni della mia critica. Piace a Celentano la censura e di quella non si preoccupa, tanto che io credo che, in quella notte degli imbrogli (era quasi l'una), egli non abbia visto la trasmissione, ma gliel'abbiano raccontata. Gli anziani si coricano presto.
A lui piace immaginare Formigli «sotto i bombardamenti» in Siria o in Sgarbistan, e non ricorda che io atterrai, con Nichi Grauso, nel '98 in Libia, inseguito dalla contraerea americana e nel 2000 in Irak, costretto da due Mig giordani ad atterrare su Amman. Provi a studiare, anche se non gli è congeniale. E, facendo il pappagallo di Grillo, non si preoccupi della destra, cui le mie sparate verbali non fanno certo danno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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