"Ho paura che ci abbia denunciato". I timori di Ciro Grillo & Co

Le perquisizioni dei carabinieri avevano spaventato gli amici genovesi: "Ma quindi ci sono di mezzo anche io? Che abbiam fatto?", "Non si può dire al telefono"

"Ho paura che ci abbia denunciato". I timori di Ciro Grillo & Co

Nelle prime reazioni dei ragazzi sono ben incisi la preoccupazione, i timori, le ansie e per certi versi lo stupore. Qualcuno ha in mente di cosa possa trattarsi, mentre c'è chi si interroga su quanto sia avvenuto. Le perquisizioni dei carabinieri hanno ovviamente provocato una risposta emotiva da parte degli amici di Ciro Grillo: la visita dei carabinieri ha innescato in loro una serie di ricordi con tanto di agitazione. La mente ha portato poi a quella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 nella villetta a Cala di Volpe.

Le perquisizioni

Il Corriere della Sera dà conto di diversi scambi telefonici che sarebbero avvenuti in seguito alle perquisizioni. "Qualcosa che ho fatto in Sardegna... non ho capito... Fra, non ho capito cosa è successo", è uno dei commenti spaesati di uno dei giovani. Subito accompagnato da un dubbio personale: "Ma quindi ci sono di mezzo anche io?". Edoardo Capitta, conversando con Vittorio Lauria, avrebbe annunciato di essere stato contattato dalle forze dell'ordine: "Ha chiamato anche te?".

"Sì, sì", è la risposta che sarebbe arrivata dall'amico. La situazione che si era creata ha lasciato spazio a interrogativi che sono stati la causa principale dello stato di apprensione che stava serpeggiando: "Ma per cosa, scusa? Che abbiam fatto?"; "Non lo so, mi stanno venendo a prendere"; "Anche a me al porticciolo, mi han detto di vederci lì". C'è chi ha provato a fare chiarezza chiedendo spiegazioni in merito, ma l'ordine è stato categorico: "Quello mi fa: 'Non si può dire al telefono'". Quando poi arriva una sorta di confessione: "Io c'ho paura che quella lì ci abbia denunciato".

Il riferimento di "quella lì" è a Silvia (nome di fantasia), la ragazza italo-norvegese che ha accusato Ciro Grillo e i suoi amici genovesi di violenza sessuale per averla costretta a dei rapporti sessuali contro la propria volontà. Invece il gruppetto ritiene che la studentessa fosse consenziente in quei momenti, senza aver dato cenni di opposizione e rifiuto. Il 26 novembre il gup di Tempio Pausania ha deciso di rinviare a giudizio il figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria.

L'udienza

Nella giornata di domani ci sarà la seconda tappa del processo, visto che la prima udienza è stata un passaggio "filtro" per decidere il calendario di un'udienza al mese dal primo giugno 2022 al 18 gennaio 2023. Sul banco dei testimoni dovrebbero esserci sette ufficiali di polizia giudiziaria che prestano servizio tra Milano e Genova, dove risiedono rispettivamente la presunta vittima e i quattro imputati.

Per i legali della ragazza a marzo era arrivata una notizia cruciale: è stato ammesso l'hard disk contenente le intercettazioni, che dunque farà parte del patrimonio in dibattimento.

Si tratta di un elemento di particolare importanza poiché all'interno è contenuto tutto lo scambio di messaggistica, di chat che c'è stato tra Silvia e altre persone. Viene considerata la "prova regina" del processo perché, sostiene l'avvocato Giulia Bongiorno, "attesta la genuinità di quanto racconta dopo la sua esperienza".

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