Cronache

"I cinesi pescano ostriche velenose per i ristoranti": scoppia il caso a Venezia

Sempre più pescatori cinesi sono stati fotografati mentre pescavano ostriche sotto il Ponte della Libertà di Venezia

"I cinesi pescano ostriche velenose per i ristoranti": scoppia il caso a Venezia

Gli archi del ponte della Libertà, come è noto ormai da anni, sono diventati la "casa" per diverse colonie di ostriche. Ostriche che, nel tempo, hanno letteralmente ostruito le strutture architettoniche che sostengono il collegamento tra Venezia e la terraferma. Ora però il problema sembra risolto. A pensarci, ma si fa per dire, sono stati alcuni pescatori cinesi che da qualche tempo, con piccoli barchini da pesca dalle targhe oscurate, si piazzano a ridosso degli archi del ponte e con alti stivaloni scendono in acqua e rimpiono cassette piene di ostriche.

Difficile credere alla bontà ambientalistica e il dubbio che si fa sempre più pressante è dove finiscano questi molluschi. Questo perché le acque dove vengono pescati sono altamente inquinate ed è stato lanciato un severo allarme per la loro salubrità. Il timore infatti è che diventino cibo, molto costoso tra l'altro, per alcuni ristoranti della zona, sia cinesi che italiani, e la cosa sarebbe gravissima per la salute.

Veleni, diossina, idrocarburi e batteri, i molluschi pescati in queste acque sarebbero delle vere e proprie bombe per la salute dei malcapitati che dovessero mangiarli. Anche perché una volta pescate e pulite da incrostazioni e alghe, l'aspetto è quello di una prelibata e costosa ostrica, magari di qualche allevamento francese. Il fatto è che quelle allevate, crescono in aque pulite quindi è possibile consumarle, quelle pescate sotto gli archi del Ponte della libertà a Venezia no.

Crescendo nei fondali melmosi sono delle vere e proprie spugne, che assorbono qualsiasi sostanza tossica presente nell'acqua, inoltre a differenza dei pesci, vengono consumate crude. Quindi che siano dirette a qualche ristorante o consumate dai pescatori cinesi, sono comunque velenose.

La concentrazione di sostanze tossiche proprio in quella zona

Sono anni che si parla della pulizia degli archi, questo perché le ostriche e i detriti edili hanno formato una vera e propria diga di sbarramento che è una delle principali cause dell'interramento della laguna davanti a San Giuliano che impedisce anche il reflusso delle maree, concentrando l'inquinamento proprio in quella zona. Al momento solo 25 dei 200 archi sono stati puliti per conto del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche (Piopp) a cui si aggiungono altri 19 già liberati negli scorsi anni, ma come si può intuire il lavoro da fare è ancora molto.

Volendo sorridere il lavoro dei pescatori cinesi sarebbe utile, ma per utilizzare le ostriche in altri modi, non certo per mangiarle o ancora peggio venderle a ristoranti.

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