I killer di Milano confessano: "Vivevamo facendo rapine"

I due nordafricani arrestati: "Abbiamo fatto tutto noi. Non volevamo uccidere". Un killer libero con lo "svuotacarceri"

I killer di Milano confessano: "Vivevamo facendo rapine"

I filmati adesso spiegano come sono andate davvero le cose nella notte tra giovedì e venerdì quando due nordafircani hanno messo a segno quattro rapine e quattro aggressioni tra Cinisello Balsamo e Milano. C'è scappato il morto: Samsul era un cameriere bengalese e stava tornando a casa. Ha avuto una sola colpa: ha visto i due balordi mentre aggredivano la studentessa erasmus. Ha pagato con la vita. I due nordafricani lo hanno raggiunto in via Settembrini e lo hanno ucciso derubandolo. Ma è dalle parole di Amass e Otmani in fase di interrogatorio che emerge il quadro di una crudeltà inaudita che si è abbattuta sulle strade di Milano.

"Sì, quelle rapine le abbiamo fatte noi, ma non volevamo uccidere. Non sapevamo neppure che quel ragazzo fosse morto", ha affermato, come riporta il Corriere, uno dei due balordi. E a descrivere quella notte di sangue sono state anche le due studentesse erasmus braccate e rapinate: "Erano sul nostro stesso autobus e i due nordafricani hanno iniziato a molestarci. Quando siamo scese, ci hanno seguite".

E ancora: "La mia amica è stata strattonata per i capelli e colpita alla pancia. L’uomo che l’ha pugnalata poi è venuto verso di me, e allora gli ho subito consegnato il mio cellulare".

I due sarebbero stati già noti alle forze delle ordine come hanno detto davanti ai magistrati: "Eravamo stati già fermati in passato, qui vivevamo facendo rapine". In questa frase c'è tutta l'allerta sicurezza che è tornata prepotentemente in tutta Milano. Quanti altri Anass e Otmani ci sono in giro?

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