Ilva, no del gip di Taranto al piano di risanamento: "No a proposte al ribasso"

Respinta anche la richiesta di mantenere un minimo di produzione. Continuano gli scioperi: operai sul camino E312 e sull'altoforno 5

Ilva, no del gip di Taranto al piano di risanamento: "No a proposte al ribasso"

Il gip di Taranto patrizia Todisco ha detto no al piano da 400 milioni messo a punto dall'Ilva per il risanamento degli impianti inquinanti. Rigettata anche la richiesta di mantenere un minimo di produzione per consentire agli operai di continuare a lavorare. "Non c’è spazio per proposte al ribasso da parte dell’Ilva circa gli interventi da svolgere e le somme da stanziare", scrive il giudice nel provvedimento depisitato questa mattina, "I beni in gioco: salute, vita e ambiente ma anche il diritto a un lavoro dignitoso e non dannoso per la salute, non ammettono mercanteggiamenti".

Da ieri sera i lavoratori protestano con un presidio nell'altiforno 1 e salendo sulle passerelle di carico dell'altiforno 5, quello che, secondo le disposizioni del tribunale, dovrà essere spento e rifatto. Gli operai hanno trascorso tutta la notte a 60 metri d'altezza, alternandosi tra loro a gruppi di 5. Altri manifestanti sono saliti questa mattina sul camino E312 dello stabilimento tarantino, a circa 70 metri d'altezza, e hanno annunciato lo sciopero della fame. "Ho 35 anni, tre figli e un mutuo da pagare non siamo estremisti aziendali. Vogliamo anche noi un ambiente migliore in cui lavorare ma anche mantenere il nostro posto di lavoro a tutti i costi", ha detto uno dei lavoratori.

I sindacati annunciano uno sciopero per domani e dopodomani, ma invitano alla calma e a evitare proteste estreme. "Ci hanno detto dall’azienda che non è in fase di spegnimento alcun impianto", sottolinea il segretario provinciale di Fim-Cisl, Mimmo Panarelli, "Questa voce ricorrente di questa mattina non corrisponde a verità. Lobiettivo è comune, il problema è il metodo. C’e chi sostiene che per bonificare bisogna fermare contestualmente tutti gli impianti, e c’e chi, come noi, sostiene che è possibile raggiungere l’obiettivo agendo in maniera graduale. Ne fermo uno, lo metto a norma, riprende la marcia e fermo l’altro".

"Chiederemo a Ilva di cominciare a rispettare adesso, con 4 anni di anticipo, quanto sarà stabilito nell’Autorizzazione Integrale Ambientale, per l’adeguamento degli impianti di Taranto, che stiamo completando in questi giorni", ha detto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che non commenta la decisione presa dal gip di Taranto: "Aspetto di leggere il documento col quale è stata respinta la proposta di un primo intervento urgente nelle aree dello stabilimento più critiche, che prevede

investimenti per 400 milioni di euro e mi auguro che questa iniziativa non interferisca con la procedura prevista dalla legge che stabilisce che il ministro dell’ambiente rilasci l’autorizzazione integrata ambientale"

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