Riforma della giustizia, Renzi dà le linee guida al termine del cdm

Il premier ha anche risposto alle accuse sul capitolo immigrazione

Riforma della giustizia, Renzi dà le linee guida al termine del cdm

È arrivato dopo il consiglio dei ministri il commento del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sulla tragedia avvenuta oggi nel canale di Sicilia, dove almeno trenta persone sono morte a bordo di un barcone carico di migranti.

"La giornata di oggi è stata segnata dal dibattito sull'immigrazione e dal nostro dolore per ciò che accade quotidianamente sul nostro mare", ha detto il primo ministro.

Dure parole sono state spese da Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, che ha accusato Renzi e Alfano, dicendo che le loro camicie "sono sporche di sangue". Renzi ha replicato sottolineando che il governo è convinto del lavoro che si sta facendo con l'operazione Mare Nostrum.

"Non c'è la controprova, ma quanti morti ci sarebbero stati se non avessimo fatto le cose che facciamo?", ha aggiunto Renzi, ammettendo comunque "il dolore per ciò che accade quotidianamente sul nostro mare".

Il premier ha poi comunicato che l'ambasciatore Nelli Feroci prenderà il posto di Antonio Tajani come ruolo di commissario Ue "per quattro mesi" e il conferimento della cittadinanza italiana a Joseph Wiler, presidente dell'istituto universitario europeo di Fiesole. Riguardo allo smaltimento della Concordia, Renzi ha detto che il relitto sarà smaltito a Genova, come da progetto presentato dalla Costa.

Renzi ha anche annunciato le linee guida di una riforma della Giustizia, che sarà discussa a partire dal primo luglio. L'obiettivo del governo è quello di rendere più snello il processo civile con la "rivoluzione tecnologica" e di portare a un anno la durata del primo grado. Ad oggi "5 milioni e duecentomila i processi pendenti".

Per quanto riguarda il Consigliore superiore della magistratura, la ricetta del premier è semplice: "Chi giudica non nomina, chi nomina non giudica". E se le toghe sbagliano devono avere "una responsabilità civile". Renzi non si oppone all'idea delle "correnti nella magistratura", ma chiede che le carriere non siano "basate sull'appartenenza".

Un commento anche sulle intercettazioni: "I giudici devono essere liberi di intercettare, nessuno ha intenzione di limitarli. Bisogna però riflettere sulla loro pubblicabilità".

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