Coronavirus

Infermieri assunti per 6 mesi: "Usa e getta come le mascherine"

I nuovi assunti chiedono il rispetto della loro dignità, l'appello di Davide Vecchio: "Richiedo, e anche in modo umile, il diritto di poter aiutare la mia patria potendo con i miei sforzi mantenere la mia famiglia"

Infermieri assunti per 6 mesi: "Usa e getta come le mascherine"

L'emergenza Coronavirus lascia scoperta una complessa problematica a livello sanitario, che inizia tuttavia anche ad avere delle ripercussioni sul piano strettamente lavorativo-professionale, specie per quanto riguarda gli infermieri.

È di queste ore la richiesta disperata d'aiuto del personale sanitario impegnato in questa difficile battaglia, esplicitata in una lettera indirizzata al ministro della Salute Roberto Speranza dal Nursing Up (il sindacato degli infermieri italiani e delle professioni sanitarie) delle regioni Lombardia e Piemonte.

"Gli infermieri degli ospedali e tutti i professionisti a vari livelli impegnati nelle corsie lanciano l’ennesimo disperato grido d’allarme. Assumete personale per darci il cambio, siamo stremati e traumatizzati. Abbiamo fatto l’impossibile ma andare avanti così, a ranghi ridotti, si rivelerà una scelta dolosa e colpevole.", chiedono i segretari regionali di Lombardia e Piemonte Angelo Macchia e Claudio Delli Carri.

"Stiamo raccogliendo i colleghi caduti e temiamo di essere veicolo del contagio per le nostre famiglie. C’è bisogno di intervenire con una norma ad hoc che liberi immediatamente i colleghi disponibili: non c’è tempo da perdere, è una corsa verso il precipizio. Avete il dovere morale di non restare a guardare pensando che questa epidemia finisca. Un’intera categoria non può pagare il prezzo delle carenze strutturali del nostro SSN", ribadiscono.

Dei primi passi in avanti in tal senso sono stati fatti, ma a rivelare veramente cosa sta accadendo "dietro le quinte" è un infermiere professionale. Si tratta di Davide Vecchio, arruolabile per l'emergenza Coronavirus, che si rivolge direttamente al ministro Speranza.

"Ieri l'unita di crisi piemontese, mi lasci passare il termine, ha assaltato la nostra graduatoria. Ha iniziato dal primo non ancora chiamato e nel giro di un pomeriggio ha contattato tutti noi, terminando la graduatoria, proponendo un contratto di sei mesi ‘eventualmente prorogabile' e richiedendoci la disponibilità immediata", racconta il professionista, come riportato su Fanpage. "Noi abbiamo delle famiglie, delle spese e degli obblighi da rispettare, ma soprattutto abbiamo una dignità professionale. Pieno di entusiasmo, essendo in graduatoria, non aspettavo altro che giungesse il mio turno per entrare nei ranghi e fornire le mie competenze. Mi sono sentito svilito dal comportamento tenuto nei nostri confronti come non accadeva da tanto tempo ed avendo riunito più di mille colleghi e tenendo con loro una comunicazione in tempo reale, posso dirle senza problemi che questo smarrimento è stato diffuso tra tutti noi", rivela ancora.

"Avete detto tutti che l'Italia ha bisogno di un maggior numero di infermieri, noi ieri eravamo tutti pronti per ricevere le pec o le chiamate per il conferimento del tempo indeterminato e metterci a disposizione anche, in molti casi, accettando offerte esterne al bando, assumendoci tutti gli onori e gli oneri che la nostra scelta ci avrebbe portato, ma la realtà è stata amara: abbiamo ricevuto un'offerta di sei mesi. Richiedo, e anche in modo umile, il diritto di poter aiutare la mia patria potendo con i miei sforzi mantenere la mia famiglia", domanda l'infermiere.

"Io non so a quanti colleghi l'unità di crisi abbia conferito l'incarico in questo modo, ma le garantisco che se la proposta fosse stata più dignitosa avrebbe trovato più persone di quelle necessarie", conclude.

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