Cronache

L'operazione è a domicilio: l'intervento chirurgico eccezionale a Bari

Il paziente, un 30enne affetto dalla sindrome di Arnold Chiari, ora sta bene

L'operazione è a domicilio: l'intervento chirurgico eccezionale a Bari

Negli scorsi giorni a Mola di Bari l'équipe dell'Ospedale Di Venere guidata dal dottor Giuseppe Garofalo, specialista in oncologia e chirurgia d'urgenza ha eseguito uno straordinario intervento chirurgico a domicilio. A beneficiarne un trentenne affetto dall'età di 4 mesi dalla grave sindrome di Arnold Chiari dovuta alla malformazione del cervelletto che ha bloccato tutte le funzioni vitali. Nel 2017 i medici del Gaslini di Genova avevano inserito un dispositivo biotecnologico "Port a cath" nella vena del cuore del paziente ormai allettato e privo di accessi venosi, al fine di consentire prelievi e infusioni. Qualche settimana fa, però, Robertino aveva cominciato ad accusare problemi cardiaci scatenati dal dispostitivo che, essendosi infettato, stava per provocare una setticemia. I vari chirurghi interpellati hanno consigliato alla famiglia di ritornare a Genova, ipotesi questa assai poco plausibile poiché il 30enne è attaccato ad un ventilatore polmonare, a pompe di nutrizione e a bombole di ossigeno.

Una disperata corsa contro il tempo fortunatamente conclusasi con la disponibilità della direzione generale della Asl di Bari. La dottoressa Irene Fiorentino e il direttore generale Antonio Sanguedolce, infatti, hanno avviato una procedura d'urgenza che ha condotto all'allestimento nell'abitazione dell'ammalato di una vera e propria sala operatoria. Con una tecnica mininvasiva in anestesia parziale e attraverso una piccola incisione all'altezza del cuore il dispositivo è stato asportato. L'intervento chirurgico andato a buon fine ha permesso di salvare la vita al paziente che nella sua lunga ed estenuante battaglia contro la malattia ha superato già 4 coma, 30 operazioni e numerose crisi.

L'eccezionalità dell'intervento ha indotto l'azienda sanitaria del capoluogo pugliese a predisporre assieme allo specialista Garofalo un protocollo aziendale che si potrebbe mettere a punto nei casi speciali come quello di Robertino.

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