"Io non ho fatto errori". ​Crisanti non fa mea culpa

Il professor Andrea Crisanti sulla pandemia: "L'Italia si avvia ad avere più morti di tutta Europa e la mortalità più alta per 100 mila abitanti"

"Io non ho fatto errori". ​Crisanti non fa mea culpa

"Io non ho fatto errori". A dirlo è il professor Andrea Crisanti, uno dei "virologi-star" e commentatori della pandemia sovente al centro di polemiche infuocate nei talk show televisivi. "Io una Cassandra? Sono sempre stato coerente su tutto.", afferma nel corso di una intervista alle pagine del Corriere della Sera.

"Io non ho fatto errori"

Ipse dixit, verrebbe da dire. Se non fosse che più volte il professor Crisanti è inciampato nelle sue stesse dichiarazioni, smentito dai fatti e dall'evoluzione della pandemia. A partire dallo scorso giugno, quando ai microfoni di un Giorno da Pecora aveva detto di essere "troppo stanco" per rilasciare interviste: "Faccio fatica a parlare, soprattutto in tivvù". Da lì, seguirono decine di interviste tout court, previsioni, congetture e profezie a vario titolo sulla pandemia. Ad ottobre, sulle pagine del Corriere Veneto, annunciò il "ritiro dalle scene": "Sono stanco e sovraesposto. Serve un giro di vite, limiterò di molto la mia presenza su giornali e tv", disse. Ma il giorno dopo, era di nuovo ospite nel salotto di Corrado Formigli a PiazzaPulita. Ieri sera, la sua ultima apparazione - in ordine cronologico, sia chiaro - al programma Otto e Mezzo. Tant'è.

Galli, Crisanti e la "profezia nera"

Se il Covid fosse una guerra, Massimo Galli e Andrea Crisanti sarebbero gli irriducibili del virus. Ma se il virologo del Sacco, qualche giorno, ha fatto una sorta di "mea culpa", il microbiologo dell'Università di Padova seguita imperterrito con le sue convinzioni. "Errori? Quali errori?", risponde con tono seccato al gornalista de Corriere della Sera.

Eppure lo scorso aprile, ad esempio, annunciò l'imminente arrivo della terza ondata: "A fine maggio ci sarà un altro picco", tuonò a gran voce. Non s'è visto (per fortuna). "Non dissi così. Dicevo solo che era intempestivo aprire allora", charisce. Dal 26 maggio a oggi ci sono state 7 mila vittime. "Se mi avessero ascoltato ce ne sarebbero state molte meno - ribatte Crisanti - Restiamo un Paese molto vulnerabile. In Germania i contagi aumentano, perché si fanno tamponi e tracciamento. Qui o se ne fanno pochi o troppi antigenici e pochi molecolari. Non ne ho idea". Ma la ciliegina sulla torta resta un vecchio tweet su AstraZeneca che ancora gira in rete: "Consiglierei AstraZeneca senza dubbio anche alle donne giovani". "Mai scritta questa cosa", ribatte. E, infatti, la disse ai microfoni di SkyTg24. Ma non è tutto.

Qualche settimana fa, ha dichiarato che gli open-day per AstraZeneca non andavano fatti senza l'ok del Comitato tecnico scientifico. Il presidente della Liguria Giovanni Toti lo ha smentito in toto: "E allora è stato un errore del Comitato tecnico scientifico. - rimpalla - Se gli Open day sono stati fatti per smaltire AstraZeneca è gravissimo".

Le polemiche

Andrea Crisanti era considerato vicino alla Lega. Ma dopo la rottura con Zaia, qualcosa è cambiato. "Questo è provincialismo. - commenta Crisanti - C'è una guerra per bande. Che mi frega a me di Zaia. Casomai è lui che, sospettando che fossi di sinistra, mi ha fatto fuori. La destra ha sbagliato tutto lo sbagliabile. Vogliono passare da liberatori, quando sono stati solo imprudenti".

Poi, l'immancabile "previsione nera" sul virus: "L'Italia si avvia ad avere più morti di tutta Europa e la mortalità più alta per 100 mila abitanti. - conclude -Anzi, sulla mortalità siamo i peggiori nel mondo". Parole (cri)sante?

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