Cronache

L'altro braccio nucleare di Putin: il missile da crociera 9M729

Il missile da crociera 9M729, o SSC-8 in codice Nato, ha causato l'uscita degli Usa dal Trattato INF a causa della sua gittata di 2500 chilometri

L'altro braccio nucleare di Putin: il missile da crociera 9M729

La Russia, oltre alla triade nucleare strategica, può contare anche su un certo numero di vettori missilistici da crociera basati a terra: si tratta dei nuovi missili Novator 9M729. Il missile, designato SSC-8 in codice Nato, è un GLCM (Ground Launched Cruise Missile) con una portata di 2500 chilometri. Il suo sviluppo da parte della Russia ha portato al ritiro degli Stati Uniti, nel 2019, dal Trattato INF sulle forze nucleari intermedie siglato nel 1987.

L'SSC-8 è lungo circa 6-8 metri per 0,514 metri di diametro. Il missile impiega un sistema di guida sviluppato dal produttore russo della difesa GosNIPP e monta una singola testata da 450 chilogrammi. Gli analisti statunitensi ritengono che sia anche in grado di essere dotato di armamento nucleare. Il vettore da crociera viene lanciato da un veicolo ruotato simile a quello del sistema Iskander-M: si tratta della K (o N secondo altre fonti), dove K sta per krylataya (alato) – che è dotata generalmente di due (o quattro) missili da crociera R-500 (SSC-7) tipo 9M728, testati per la prima volta nel 2007 che risultano essere un’evoluzione del missile Rk-55 Granat. La quota di tangenza massima del missile SSC-8 si aggira intorno ai 6mila metri ma quella di crociera è di cento. Alcune fonti lo farebbero rientrare nella famiglia dei missili Kalibr. La velocità finale sul bersaglio di questa versione del missile si aggira intorno a Mach 3, ma la sua velocità di crociera è di 900 km/h ed è garantita da un motore tipo a turboventola che si accende dopo la spinta iniziale generata da un razzo booster a combustibile solido.

Non bisogna confondere le due versioni di Iskander: la M lancia un missile balistico a corto raggio (portata di 500 chilometri), la K, come già detto, due tipi di vettori da crociera (l'SSC-7 e 8).

A ottobre del 2020 il presidente russo Vladimir Putin aveva affermato che Mosca era disposta a non schierare i missili da crociera 9M729 nella parte europea del Paese, quindi “al di qua degli Urali”. In particolare il leader russo aveva detto che “rimanendo impegnata in una posizione coerente sulla piena conformità del missile 9M729 ai requisiti del Trattato Inf precedentemente esistente, la Federazione Russa tuttavia è pronta, in buona fede, a continuare a non schierare missili 9M729 nella parte europea del Paese, ma solo a condizione di reciproci passi da parte dei paesi della Nato che escludano il dispiegamento in Europa di armi precedentemente proibite dal Trattato Inf”. Putin aveva sottolineato di voler considerare “opzioni concrete per misure di verifica reciproca per eliminare le preoccupazioni esistenti; in particolare potremmo parlare di misure di verifica nel rapporto dei complessi Aegis Ashore con i lanciatori Mk 41 presenti nelle basi Usa e Nato in Europa, nonché dei missili 9M729 presso le strutture delle Forze Armate russe nella regione di Kaliningrad”. Tali misure di verifica permetterebbero di confermare l’assenza di sistemi nucleari a raggio medio e intermedio a terra, oltre che permettere la verifica di armi, sulle caratteristiche e sulla classificazione delle quali le parti non potevano concordare, come il missile 9M729, presso le strutture oggetto degli accordi.

Il problema della Russia è infatti rappresentato dalla possibilità che i lanciatori del sistema antimissili balistici Aegis Ashore presente in Romania, e presto attivi anche in Polonia, possano venire usati per lanciare missili da crociera tipo Tomahawk (con testata atomica) essendo la stessa versione – modificata – dei lanciatori usati sugli incrociatori statunitensi classe Ticonderoga e sui cacciatorpediniere classe Arleigh Burke. Questa diatriba, che si protrae sin dall'inizio della volontà statunitense di schierare in Europa tali sistemi antimissile (all'incirca con la prima amministrazione Obama), ha causato la fine del tratto sulle forze nucleari intermedie (INF).

Nel febbraio 2017, funzionari statunitensi hanno riferito che la Russia aveva schierato due battaglioni missilistici di SSC-8: uno presso il poligono di prova missilistico russo Kapustin Yar, situato nel sud-ovest della Russia, il secondo è stato spostato nel dicembre 2016 da Kapustin Yar a una base operativa sconosciuta. Ogni battaglione include quattro lanciatori e ogni lanciatore viene fornito con circa sei missili. A dicembre 2018, la Russia si stimava avesse prodotto meno di 100 missili SSC-8.

Attualmente non sappiamo se gli Iskander-K (o N) siano presenti nell'oblast di Kaliningrad, o se i due battaglioni di 9M729 siano stati spostati nella Russia europea: non risultano movimenti in tal senso e le recenti esercitazioni missilistiche su larga scala effettuate dalla Russia hanno mostrato almeno un battaglione di Iskander-K “oltre gli Urali”.

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