Cronache

"Alt", poi la sparatoria in mare: alta tensione tra Gdf e tunisini

Sarebbero stati sparati numerosi colpi. Confermata la presenza di stupefacenti all’interno dei motopeschereccio nordafricano

"Alt", poi la sparatoria in mare: alta tensione tra Gdf e tunisini

Una motovedetta della Guardia di Finanza è stata costretta ad aprire il fuoco contro un peschereccio tunisino. Le forze dell’ordine avevano intimato l’alt ma il natante nord africano ha ingranato la marcia e accelerato i motori dello scafo. Un inseguimento scandito da una sparatoria tra le due imbarcazioni con numerosi colpi.

In queste ore le notizie in merito all’accaduto sono molto frastagliate. Di certo, è stata confermata la presenza di stupefacenti all’interno del motopeschereccio tunisino il quale, dopo l'inseguimento è stato abbordato e sequestrato dalla motovedetta italiana di ronda a Lampedusa. Non si sa ancora se all'interno del natante nord africano erano presenti clandestini sbarcati a Lampedusa o trasbordati in una seconda imbarcazione. Intanto proprio a Lampedusa hanno preso il via i lavori per una ristrutturazione dell’hotspot di contrada Imbriacola. Verranno aumentati gli spazi da destinare all’accoglienza (350 migranti) e all’attività amministrativa e gestionale. Con questo nuovo lotto di interventi verranno realizzati, e con priorità, i lavori per il rifacimento della recinzione perimetrale, in modo da scongiurare indebiti allontanamenti dal centro. Appena ieri, tre migranti sono riusciti ad allontanarsi dalla struttura d’accoglienza e sono stati rintracciati, per le strade dell’isola, dai carabinieri.

Spero vivamente che la giustizia italiana punisca con la massima severità l’equipaggio del peschereccio tunisino sequestrato in queste ore dai nostri militari della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera nel porto di Lampedusa”. È quanto dichiara l’ammiraglio Nicola De Felice. “Mi giungono voci non ancora confermate che la motopesca non si sia fermata all’alt e abbia addirittura sparato contro i militari – conclude De Felice – auspico che venga fatta luce al più presto sull’accaduto”.

Nel frattempo non ci sono notizie da parte del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, nei confronti dei 18 pescatori di Mazara del Vallo ad oggi in ostaggio in Libia. Gli equipaggi dei due motopesca, "Antartide" e "Medinea", sono stati fermati il primo settembre al largo di Bengasi. Il fermo dei pescherecci fu compiuto da due motovedette appartenenti alla milizia del generale libico Khalifa Haftar, oppositore al riconosciuto premier libico al Sarraj.

Un tweet del Libyan Addres Journal conferma che i miliziani di Haftar hanno ribadito infatti alla testata giornalistica che i pescatori «detenuti» (da oltre venti giorni a Bengasi) saranno liberati, se prima non vi sarà da parte dell'Italia il rilascio di quattro «calciatori» libici oggi in carcere in Italia.

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