Cronache

500 clandestini in arrivo. E Lampedusa diventa l'hub delle Ong

Sono arrivati fino a 740 i migranti nell'hotspot di Lampedusa prima che venissero trasferiti nella nave quarantena: ora il sindaco alza la voce

500 clandestini in arrivo. E Lampedusa diventa l'hub delle Ong

La pressione esercitata dai flussi migratori sulle coste italiane sta diventando insostenibile. E sono soprattutto le ong a riversare esclusivamente sull'Italia il peso della responsabilità dell'accoglienza. Lampedusa è arrivata a ospitare oltre 700 migranti nel suo hotspot, che è progettato per accoglierne al massimo 250. Raramente si era vista una situazione simile a gennaio, in pieno inverno.

L'appello del sindaco di Lampedusa

Anche Totò Martello ha lanciato l'allarme affinché qualcuno accenda i riflettori e inizi a regolamentare a livello europeo l'azione delle navi delle ong: "Tra sbarchi autonomi e arrivi a bordo delle ong Lampedusa ospita in questo momento 740 migranti. Siamo un’isola che ha sempre accolto chi ha bisogno e che continuerà a farlo, ma alla ministra dell’Interno dico che Lampedusa non può diventare l’hub delle ong".

Parole molto chiare rilasciate all'agenzia Dire e dirette al ministro Luciana Lamorgese, responsabile di una situazione che sembra essere ormai sfuggita di mano. Il sindaco Totò Martello ha poi aggiunto: "Quest’isola accetta tutte le persone in difficoltà ma non è corretto nei confronti dei lampedusani che anche i migranti soccorsi dalle ong vengano sbarcati qui. Significa penalizzare in maniera irreversibile Lampedusa, isola dalla quale passa già l’80% degli sbarchi in Italia".

Il riferimento del sindaco sembra andare alle navi Mare Jonio e Louise Michel. La prima, nonostante le fosse stato assegnato il porto di Pozzallo, ha preteso di sbarcare gran parte dei suoi migranti a Lampedusa, ben 142. Solo 70 hanno proseguito il loro viaggio verso il porto ragusano. Alla Louise Michel, invece, è stato assegnato il porto di Lampedusa per lo sbarco dei suoi 58 migranti. Se a questi si aggiungono i tanti migranti arrivati con sbarchi autonomi nelle ore precedenti, ecco che il numero di persone all'interno dell'hotspot è cresciuto esponenzialmente fino a raggiungere quota 740. Troppi per una realtà come Lampedusa, porta d'accesso all'Europa che non ha, però, adeguato sostegno dalle istituzioni.

L'appello di Totò Martello è stato accolto da Anna Maria Bernini, che ha fornito una cassa di risonanza politica alle sue parole: "Dopo il record di sbarchi continuato anche con l'inizio dell'anno, il governo non può più ignorare un'emergenza senza fine. E' comprensibile l'appello lanciato oggi dal sindaco di Lampedusa, secondo il quale l'isola non può diventare l'hub delle Ong, ma purtroppo lo è ormai da tempo, così come l'Italia da anni deve farsi carico dell'accoglienza senza che l'Unione europea muova un dito".

Nella sua nota, il presidente dei senatori di Forza Italia ha aggiunto: "Il soccorso in mare è fuori discussione, ma chi arriva e non ha il diritto di restare deve essere rimpatriato, come previsto dalle regole comunitarie, e su questo non sono più ammissibili rinvii. Invece le già rare espulsioni sono ferme perché molti irregolari rifiutano di sottoporsi ai tamponi per evitare i controlli che ne consentirebbero il rimpatrio. Una situazione inaccettabile".

Nuovi sbarchi a Lampedusa

Intanto a Lampedusa sono ripresi gli sbarchi autonomi. Nella notte un barchino con a bordo 25 persone è stato intercettato dalle motovedette della guardia di finanza a 12 miglia dalle coste dell'isola. Scortati in porto, dopo un primo triage sanitario i migranti sono stati accompagnati all'hotspot di Lampedusa. Nelle ore precedenti la struttura era stata alleggerita con il trasferimento di 418 migranti sulla nave quarantena disposto dalla prefettura di Agrigento in accordo con il Viminale.

Nell'hotspot si trovano ancora 365 migranti mentre altri 439 sono a bordo della nave Geo Barents di Medici senza frontiere, che preme sull'Italia per avere un porto sicuro.

Come da prassi, il governo di Malta avrebbe respinto la richiesta di porto sicuro avanzata dall'equipaggio della nave, che ora preme sul confine delle acque territoriali italiane, stazionando davanti al porto di Gela, in provincia di Caltanissetta.

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