L'antifascismo è la patente per il caos
1 Novembre 2020 - 17:03Se non sei fascista puoi sfasciare liberamente la città. Almeno questa deve essere l'idea di molti manifestanti.
Se non sei fascista puoi sfasciare liberamente la città. Almeno questa deve essere l'idea di molti manifestanti. Venerdì notte centinaia di persone sono scese in piazza a Firenze per protestare contro i dpcm del governo Conte. Legittimo, ovviamente, e per alcune categorie assolutamente comprensibile. Ma un conto è manifestare civilmente (cosa che, ricordiamolo, avviene ogni giorno in molte piazze italiane) altra cosa è dar fuoco ai cassonetti, sradicare pali, lanciare sassi, pietre, bombe carta e molotov. Cioè trasformare un corteo in una guerriglia. Che è esattamente quello che è successo due sere fa nel capoluogo toscano. Secondo le cronache locali la folla inferocita avrebbe urlato più volte: «Non siamo fascisti, siamo morti di fame». Che è un po' come dire: suvvia, non siamo camice nere, fateci sfasciare tutto in tranquillità. D'altronde erano giorni che la stampa chic sosteneva che dietro le guerriglie urbane ci fossero esclusivamente i vari gruppuscoli della galassia di estrema destra. Come se non esistesse tutta quella frangia antagonista che per ogni motivo - dalla Tav al G8, da Expo alla Tap - scende in strada per il puro gusto di fare casino. Quindi la precisazione era, in un certo senso, necessaria.
Ma smaschera l'ultima follia di una certa sinistra: l'autocertificazione di antifascismo come lascia passare per poter mettere a soqquadro la città. Se non alzi romanamente il braccio destro, evidentemente, puoi alzare le mani sulla polizia o rompere le vetrine di qualche catena di negozi, pensando di essere dalla parte della ragione e che tutto sommato ti sia permesso. Ma d'altronde, in un Paese sbilenco come il nostro, avevamo già avuto a che fare con la certificazione di antifascismo: a Parma era necessaria per avere diritto a un passo carraio e per i buoni spesa; a Cervignano, in provincia di Udine, per occupare il suolo pubblico.
Per carità, i manifestanti hanno detto la verità, sono stati sinceri: non avevano nulla a che fare con fasci, croci celtiche e testoni del Duce. Infatti, le quattro persone fermate, sono tutte riconducibili all'area anarco-insurrezionalista. Il fatto è che chi protesta - magari anche con delle buone motivazioni -, se devasta la città e aggredisce le forze dell'ordine, prima di essere fascista o comunista è innanzitutto un cretino. A prescindere dalla coloritura politica.
E il modulo di autocertificazione di non cretinaggine (per il momento) non esiste.