Il lato "segreto" di Bergoglio. Cosa fa impazzire la sinistra

Francesco un "Papa di sinistra"? In realtà ha preso molte posizioni di stampo conservatore. Ma a qualcuno non piace

Il lato "segreto" di Bergoglio. Cosa fa impazzire la sinistra

Qualcuno dice che in Vaticano abbiano optato per il "no" alle benedizioni alle coppie omosessuali nonostante papa Francesco e le sue posizioni. Come se, in Santa Sede, esistesse una frangia conservatrice che si oppone alle aperture morali e dottrinali di Bergoglio. Come notato più volte, di conservatori tra le mura leonine ormai ne circolano pochi: la gerarchia ecclesiastica è papalina, dunque per niente oscurantista. E la Chiesa contemporanea è a immagine e somiglianza del suo pastore. Per cui la tesi dell'opposizone interna regge poco. Tuttavia questa voce circola comunque: perché? Nell'immaginario contemporaneo, questo è il Papa della rivoluzione stilistica e contenutistica. Con un certo pressapochismo ideologico, il primo Papa gesuita della storia è per i più quello della "Chiesa di sinistra". Non è proprio così.

Al netto del "sì" alle unioni civili, che il Papa ha assecondato attraverso un'intervista che ha fatto discutere e che non è stata condivisa dal tradizionalismo conservatore, la linea in bioetica di Bergoglio è quella dei due predecessori. Almeno sino a questo momento è stato così. In un contesto culturale, peraltro, molto differente da quello degli anni del Papa Santo Giovanni Paolo II e del Papa teologo Joseph Ratzinger. Oggi il progressismo ed il relativismo divampano, mentre fino a qualche decennio fa erano solo fenomeni intravedibili. Non si può smentire che Bergoglio abbia tenuto la barra dritta su certi temi: dalla condanna al gender al fermo niet nei confronti dell'abolizione del celibato sacerdotale, passando per l'associazione tra gli abortisti ed i sicari e per il "no", altrettanto nitido, all'eutanasia.

La critica al nazionalismo

Capiamoci: l'ex arcivescovo di Buenos Aires, in specie in "politica", sembra aver scelto i progressisti come interlocutori. Ai sovranisti è riservato un "trattamento" diverso: nel caso dell'ascesa di Marine Le Pen, il vescovo di Roma si è detto preoccupato, mentre non sono stati nascosti i conflitti nel corso del mandato alla Casa Bianca di Donald Trump. Il clima cambia nelle relazioni diplomatiche quando a governare sono forze popolari o socialiste. Più in generale, però, il Papa non ha sconvolto le basi del Catechismo. Una "dottrina di sinistra", insomma, non è all'ordine del giorno. Qualche osservatore pensa che il Papa abbia intrapreso un percorso di cambiamento per cui tuttavia c'è bisogno di tempo. Ossia Bergoglio avrebbe dato qualche input in attesa del futuro prossimo, quando i tempi saranno maturi per la rivoluzione ventilata. Ma i conti si fanno coi tempi odierni. E questo è il Papa che ha associato l'aborto a "quello che fanno i sicari".

Molto di questo discorso ad oggi ruota attorno alla "continuità" o alla "discontinuità" con Benedetto XVI, che è stato il pontefice conservatore per antonomasia. Ecologia, accoglienza dei migranti erga omnes, redistribuzione del reddito ed introduzione di una redditualità universale, critica alla globalizzazione, attenzione per i popoli periferici, parziale ridiscussione di alcuni dettami dottrinali quali la concessione dell'eucarestia per i divorziati risposati: questi sarebbero i topoi che renderebbero papa Francesco un vescovo di Roma "di sinistra". Eppure di Bergoglio si è parlato anche alla stregua di un "conservatore". Perché? Ratzinger era (ed è) un conservatore. In pochi, tranne coloro che ritengono Ratzinger un player decisivo delle svolte del Vaticano II, smentirebbero questo assunto. Le "etichette" però possono raccontare una storia parziale o direttamente una storia falsata.

Superare le etichette

Papa Francesco ha avuto modo di intervenire sulle definizioni che lo riguardano. Per esempio con alcuni ragazzi che rappresentavano una pastorale giovanile per il Belgio qualche tempo fa: "Per me il cuore del Vangelo è nei poveri - ha detto il vertice assoluto della Chiesa in quella circostanza - È stato detto che l'opzione preferenziale per i poveri fa di me un comunista, ma non è così. Questa è una bandiera del Vangelo, non del comunismo. La povertà è senza ideologia. I poveri sono al centro dell'annuncio di Gesù, basta leggerlo...". Le etichette, poi, al Papa stanno strette o comunque non sembrano piacere. La pensa così il professor Biagio Cacciola, professore di filosofia e studioso di storia delle religioni che ha raccontato di aver avuto modo di parlare con Bergoglio quando era ancora incaricato in Argentina, ormai qualche anno fa.

Il professor Cacciola, con cui abbiamo voluto approfondire questo aspetto della definizione "politica" del Santo Padre, ci ha dichiarato che "anche se le etichette "conservatore/progressista" per il Papa funzionano poco, perché sono troppo legate alla visione occidentale e moralistica, c'e da dire che Francesco ha fatto propria la famosa frase di Giovanni ventitreesimo "dividere l'errore dall'errante".Questo significa che, anche se il Papa e' per il diritto alla vita, dunque contro l'eutanasia e la manipolazione genetica, il suo sguardo è sempre uno sguardo di misericordia". E questa storia del primato della "misericordia" è proprio uno dei punti contestanti dal fronte tradizionalista. Perché la "misericordia" espressa - in realtà - si declinerebbe in una sorta di relativismo e, nel pratico, in una serie di "cacciate" dei conservatori dai posti chiave della Santa Sede. Ma è appunto una visione propria di chi critica l'azione del Santo Padre.

L'attacco dei liberal all'azione del Papa

Come abbiamo premesso, qualche giorno fa dal Vaticano è arrivata una presa di posizione diretta nei confronti delle benedizioni alle coppie omosessuali. La Santa Sede ha fatto sapere che non è dottrinalmente possibile procedere con quelle benedizioni. In poco tempo, alcuni esponenti del mondo liberal hanno contestato la scelta proveniente dai sacri palazzi. Il quotidiano Repubblica ha di recente raccontato di recente di una serie di vescovi cosiddetti "liberal" che hanno già annunciato di voler benedire eccome le unioni in questione. Il che configurerà come un'azione contraria alla volontà espressa da Roma. Ma il Papa non è un "liberal": semmai Francesco ha dimostrato di guardare con attenzione alle tematiche economico-sociali. I conservatori, non è un mistero, vorrebbero concentrazione massima, se non esclusiva, sulle questioni spirituali.

Anche il professor Biagio Cacciola ricorda l'atteggiamento riservato alle esigenze degli ultimi da parte di Jorge Mario Bergoglio: "Venti anni fa, conoscendolo a Baires e parlandogli - racconta il professore -, mi accorsi della sua spiccata sensibilita' sociale che, indubbiamente, lo faceva simpatizzare per il movimento peronista. Ma tutto questo sempre con un legame profondo con la "Teologia del Pueblo" che qui, in Europa, come al solito, conosciamo poco, e che trova i suoi ispiratori soprattutto nel teologo preferito dal Papa,Tello, insieme a Juancarlos Scannone ,Enrique Bianchi e il rettore dell'Università cattolica Fernandez, senza dimenticare il grande Romano Guardin". E "teologo del popolo" è un'altra delle definizioni che ha avuto successo in questi anni per fotografare il pensiero e la pastorale del primo Papa gesuita della storia. Ma quindi - chiediamo a Cacciola - Bergoglio è o non è un Papa progressista? "In Occidente non ci si rende conto della condizione umana dell'America latina - esordisce l'esperto nella sua risposta - , dove milioni di persone non arrivano non alla fine del mese, ma alla fine del giorno. E il Papa si è fatto carico di tutte queste povertà, non solo in Argentina ma in tutto il mondo. SI vedano l'apertura della Porta santa nella Repubblica centroafricana, il viaggio in Medio oriente, dove in terra musulmana è stata celebrata Messa, per non parlare del viaggio storico in Iraq. Tutto questo per i teocon, che hanno monopolizzato il tradizionalismo occidentale, è impensabile e dunque il Papa è "progressista"".

Il problema della continuità e la fine della "Chiesa occidentale"

Ogni Papa è a sé ed ogni Papa costruisce la Chiesa come ritiene. Quindi di differenze tra pontefici è naturale discutere da sempre. Sarà stato forse il contesto storico o, più verosimilmente, avrà influito lo strappo alla tradizione con cui Benedetto XVI ha rinunciato al soglio di Pietro, ma è indubbio che gli osservatori abbiano puntato molto sul confronto tra il teologo ed il gesuita. "Continuità" o "discontinuità": spesso le discussioni si sono soffermate attorno a questi due concetti, che forse non sono sufficienti a descrivere il quadro. Qualcosa però è cambiato, come annota pure il professor Cacciola: "Con Papa Benedetto il legame è profondo, come riconosciuto dallo stesso Benedetto. Ma l'Occidente non vuole o non sa comprendere che, con Woytila e Ratzinger, è finita un'epoca della Chiesa, quella europea. Lo Spirito santo soffia dove vuole e ha riportato con Bergoglio, scelto in una terra lontana, la Chiesa ad avere un respiro universale e non solo per addetti ai ai lavori europei.

Il prof Massimo Borghesi ha compreso ciò in modo mirabile scrivendo la piu' bella biografia intellettuale di Papa Francesco" chiosa Cacciola, che dunque ne fa anche una questione di accentramento geografico ed in qualche modo geopolitico. Bergoglio, in soldoni, non sarebbe un Papa progressista, bensì un Papa non occidentalista. E per via di questo aspetto sarebbero nate le critiche che abbiamo raccontato spesso in questi anni.

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