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"Lei non sa chi sono io": Battisti a processo per resistenza a pubblico ufficiale

Il componente dei proletari armati per il comunismo, finito in manette dopo diversi anni vissuti da rifugiato politico in Francia e in Brasile, è in carcere per aver commesso quattro omicidi

L'arresto dell'ex terrorista Cesare Battisti
L'arresto dell'ex terrorista Cesare Battisti

Un litigio con un viceispettore della polizia penitenziaria potrebbe costare caro all’ex terrorista “rosso” Cesare Battisti. Oggi, l’ergastolano detenuto nel carcere di Rossano Calabro dovrà presentarsi davanti ai giudici del tribunale di Castrovillari con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e oltraggio alla polizia penitenziaria. Un nuovo processo per l’ex militante dei proletari armati per il comunismo, finito in manette dopo diversi anni vissuti da rifugiato politico in Francia e in Brasile. Battisti avrebbe avuto, a settembre del 2020, un feroce alterco con la guardia carceraria colpevole, a suo dire, di aver controllato una lettera personale giunta nella casa circondariale.

Nonostante i giudici avessero ordinato la verifica puntuale della corrispondenza dell’ex terrorista, Battisti ha considerato un sopruso l’atto compiuto dal viceispettore. Per questo motivo gli avrebbe strappato la lettera da mano facendola prima a pezzettini e poi lanciandogliela addosso. Il tutto accompagnato da ingiurie pesanti. “Lei non sa chi sono io, vedrà di cosa sono capace”, avrebbe anche detto Battisti inducendo la guardia penitenziaria a segnalare l’episodio ai suoi superiori. A quel punto è scattata la denuncia e l’ex terrorista adesso rischia una nuova condanna.

Battisti è in carcere per aver commesso quattro omicidi una quarantina di anni fa, due portati a termine in prima persona e altri due in concorso con altri terroristi, anche se si era sempre dichiarato innocente. Solo dopo l’estradizione e l’arrivo in Italia dalla Bolivia ha cominciato a confessare le sue gravi responsabilità. Le ultime decisioni dei magistrati, i quali gli hanno permesso di lasciare il regime detentivo speciale giustificando il provvedimento con la diminuita pericolosità sociale, hanno innescato una serie di polemiche.

Come riporta il quotidiano la Repubblica, i familiari delle vittime di battisti sono insorti contestando la decisione del tribunale. Nelle ultime settimane è arrivata, infine, la notizia del rinvio a giudizio dell’ex terrorista per la presunta lite con il viceispettore di polizia penitenziaria.

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