L'intelligenza che serve al Paese

L'evoluzione degli indici di borsa fornisce sempre utili spunti per comprendere le trasformazioni in atto nell'economia e nelle imprese

L'intelligenza che serve al Paese
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L'evoluzione degli indici di borsa fornisce sempre utili spunti per comprendere le trasformazioni in atto nell'economia e nelle imprese. Negli ultimi anni la transizione digitale è il fattore che ne ha segnato le dinamiche. Lo si vede bene confrontando le 10 aziende americane a maggior capitalizzazione nel 2003 e nel 2023. Nel 2003 il gruppo era formato da aziende operanti in diversi settori merceologici: industria (GE), beni di largo consumo (Johnson & Johnson) distribuzione (Walmart), farmaceutica (Pfizer), Banche (Citi, JP Morgan), Energia, (Shell, BP, Exxon) e tecnologie (Microsoft e IBM).

Sono i leader dei settori che costituiscono l'ossatura delle economie più avanzate e che ne hanno guidato la crescita nel secolo scorso. Ma nel 2023, dei leader del 2003 nel gruppo di testa resta solo Microsoft. Non ci sono più banche, farmaceutici, supermercati e beni di largo consumo. La lista è dominata dai grandi attori della tecnologia digitale che occupano 7 delle 10 prime posizioni. Le altre filiere ovviamente non sono scomparse, ma la loro capacità di crescere e creare valore è stata superata da chi opera nel digitale. Nel 2003 il valore di borsa medio delle top 10 era di circa 200 miliardi di dollari con un range tra i 265 e 140. Oggi le prime 5 superano (ognuna) il trilione di dollari (Apple 2.8, Microsoft 2.4 , Saudi 2, Alphabet 1,5, Amazon 1,2). I nuovi leader sembrano aver messo il turbo, imboccando un percorso di crescita esponenziale che li ha trasformati da start up a giganti facendogli superare in pochi anni i colossi di una volta che hanno continuato a crescere, ma non a questi ritmi vertiginosi.

Come hanno fatto? Hanno adottato un nuovo modello di impresa che supera le tradizionali organizzazioni «a silos» tipiche dell'era industriale. Hanno messo al centro l'uso dei dati considerati risorsa strategica e condivisa - e hanno puntato ad una forte automazione dei processi, resa possibile dall'Intelligenza Artificiale (IA): un modello che opera con costi marginali vicini allo zero, in grado di far crescere rapidamente base dei clienti e fatturato, senza una proporzionale crescita dei costi. E che estende l'influenza dell'impresa a interi ecosistemi di filiera attraverso la digitalizzazione degli scambi di informazioni e servizi. In sintesi: organizzazioni dove le persone lavorano su come meglio sfruttare i milioni di dati raccolti e sullo sviluppo di algoritmi di IA per costruire processi operativi e gestionali fortemente automatizzati. Si pensi alla raccolta e distribuzione della pubblicità on line, all'acquisto di beni su piattaforme di ecommerce, ai suggerimenti sul prossimo film da vedere in streaming, o alla selezione del percorso migliore da seguire sullo smartphone navigatore.

Sono tutti processi centrali per queste aziende e che funzionano senza alcun intervento umano, gestiti solo da algoritmi, che usano e navigano attraverso milioni di dati e continuano automaticamente ad apprendere e perfezionare il servizio che ci offrono. E il sistema Italia? Ce la può fare in questa nuova economia? L'Italia ha dato prova di avere nelle sue imprese, nelle sue università e nelle sue persone una grande riserva di competenze, valori, energie che soprattutto in momenti difficili e di discontinuità hanno consentito al sistema economico di adattarsi, reinventarsi e continuare a competere con successo sui mercati internazionali. La transizione digitale e quella energetica rappresentano una discontinuità che offre grandi opportunità di sviluppo e crescita. Per coglierle però è necessario che il digitale non venga più considerata tecnologia accessoria al business corrente, spesso non sempre - «relegata» allo sviluppo di siti o app per vendite on line. Ma strumento centrale per abbassare i costi marginali, fino quasi ad annullarli, puntare ad un percorso di crescita esponenziale ed estendere l'influenza dell'impresa fuori dalle mura dei suoi impianti, integrando sempre più servizi nell'offerta di prodotti.

Sono cambiamenti importanti ma alla portata delle imprese italiane: aprire a nuove competenze e nuove energie da affiancare ai tecnici interni, esperti delle attività e tecnologie distintive; mettere al centro dei processi aziendali i dati ancora troppo spesso considerati un accessorio e non fattore vitale per la competitività; far evolvere l'organizzazione superando barriere interne e silos che oggi rischiano di essere un freno all'innovazione e alla crescita.

Ultimo ma non ultimo sarà importante investire in una forte alleanza tra Pubblico e privato perché l'enorme patrimonio di dati della Pubblica Amministrazione venga reso utilizzabile e diventi nell'era dell'IA - fattore di competitività delle nostre imprese e dei nostri territori, trasformando il freno della burocrazia in un motore di spinta per la nuova economia.

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