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L'Isis vuole infiltrarsi sui barconi dei clandestini

Un rapporto dello Stato Islamico: i terroristi partiranno dalla Libia, nascondendosi su carrette dirette in Sicilia. Nel mirino del terrorismo: sostieni il reportage

L'Isis vuole infiltrarsi sui barconi dei clandestini

La minaccia è terribile: infiltrare terroristi dell'Isis in Italia tramite l'immigrazione clandestina. È la notizia battuta in queste ore dalle agenzie, che riprendono un rapporto dello Stato Islamico - la cui autenticità, va detto, non è verificabile - rilanciato anche da media libici.

L'obiettivo degli uomini del Califfato sarebbe infatti quello di sfruttare le partenze dei migranti dalle coste libiche per "arrivare in Europa e trasformarla in un inferno". L'Italia, è ovvio, sarebbe la meta privilegiata.

"La Libia ha una lunga costa davanti all'Europa meridionale, che si può raggiungere facilmente con semplici barconi - spiega il rapporto che "i frequenti viaggi" dell'immigrazione clandestina, con circa "500 persone al giorno". "Molti di loro - prosegue - possono superare i punti di sicurezza marittimi e raggiungere il cuore delle città. Se potremo sfruttare questo canale e svilupparlo in modo strategico come si deve, la situazione in questi Paesi del sud dell'Europa si trasformerà in inferno".

Nei giorni scorso l'ex ministro libico del petrolio e delle finanze Ali Tarhouni ha sostenuto, parlando da Davos, che l'Isis potrebbe essere sul punto di assumere il controllo delle partenze dalla Libia, puntando ad infiltrarsi nei cosiddetti "viaggi della speranza". "L'Europa sta sottostimando la possibilità che militanti possano infiltrarsi a Lampedusa, in Sicilia o a Malta", ha detto l'ex ministro.

Nel 2014 gli arrivi di immigrati sulle nostre coste sono triplicati rispetto al biennio 2012-2013, con 170.081 persone sbarcate; nei due anni precedenti si erano contati appena 56.192 sbarchi. Il ministro Angelino Alfano aveva inoltre segnalato l'emergenza dei minori scomparsi dai centri di accoglienza italiani: ben 3.707 minorenni non accompagnati. Il dato sugli arrivi, ripreso tra gli altri anche dal Sole 24Ore, è stato diffuso due settimane fa dalla Fondazione Migrantes in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.

Le rotte della disperazione, nelle ultime settimane, stanno cambiando anche a causa di Frontex, l'agenzia europea per la gestione delle frontiere: il ministro dell'Interno appena pochi giorni or sono ha spiegato che sono "in aumento i viaggi dalla Turchia con grandi barconi comprati a poco prezzo e abbandonati alla deriva". Un fenomeno, quello dei natanti abbandonati alle correnti carichi di migranti, che sbaraglia completamente i propositi di lotta agli scafisti, bellicosamente sbandierati dall'Unione Europea con il varo dell'operazione Triton.

Per chi riesce a sbarcare, poi, c'è un altro problema: quello dei controlli. Che esistono solo sulla carta e nella maggior parte dei casi possono essere aggirati senza troppe difficoltà. Sempre più immigrati rifiutano di farsi identificare in Italia, venendo denunciati a piede libero e proseguendo quindi senza grandi problemi per i Paesi del nord Europa, dove arrivano indisturbati grazie all'area Schengen. Sempre che, naturalmente, non decidano di restare in Italia, sfuggendo a tutti i controlli da parte delle autorità. Gli "immigrati fantasma", si calcola, potrebbero essere diverse decine di migliaia.

Un vero e proprio

ginepraio, la cui trama si perde in un'odissea di controlli inesistenti, buonismi dannosi per gli stessi immigrati e interessi criminali. A cui, da oggi, rischia di sommarsi anche la minaccia del terrorismo.

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