Coronavirus

Attenzione alla "nebbia mentale": ecco cosa succede ai guariti

Anche dopo mesi dalla guarigione, uno degli aspetti che maggiormente preoccupa del Long Covid (effetti a lungo termine) è la "nebbia mentale": ecco di cosa si tratta e come fare per intervenire

Attenzione alla "nebbia mentale": ecco cosa succede ai guariti

Ne abbiamo parlato nel recente passato: alcuni fattori possono predisporre un soggetto al Long Covid, ossia gli effetti a lungo termine lasciati in eredità da chi è stato infettato da Sars-CoV-2 anche in modo lieve. È interessante e significativo lo studio italiano condotto dal centro Aldo Ravelli dell'Università di Milano, in collaborazione con l'Asst Santi Paolo e Carlo e l'istituto Auxologico italiano e appena pubblicato sull'European Journal of Neurology. Si tratta della "nebbia mentale" o nebbia cognitiva che appare improvvisamente e coglie di sorpresa chi ne viene colpito perché ormai in perfetta salute. In realtà, però, può durare anche molto a lungo dopo aver preso l'infezione.

Quali sono i sintomi

"È un insieme di sintomi mentali che persistono dopo dodici settimane dalla guarigione dal Covid", afferma a Repubblica la docente dell'Università Statale di Milano, Roberta Ferrucci. "Perdita di concentrazione, vuoti di memoria, confusione, fatica e stanchezza mentale, rallentamento" sono i sintomi collegati a questa problematica. La docente spiega che un campanello d'allarme può essere la confusione che prova il paziente unita a un senso di smarrimento, scarsa lucidità ma soprattutto vuoti di memoria, ci si dimentica anche delle cose più banali. Lo studio ha analizzato un gruppo di 76 pazienti di cui il 63% ha accusato "un deficit cognitivo 5 mesi dopo le dimissioni".

"Problematiche anche dopo un anno"

Nel 50% cento dei pazienti, invece, i disturbi di memoria e il rallentamento della velocità di elaborazione "sono presenti ancora dopo 12 mesi". Adesso bisognerà capire se questi sintomi saranno persistenti anche per altri 6-12 mesi. "Al momento non sappiamo se siano tutti e del tutto reversibili. Con il tempo e la riabilitazione sembra esserci un recupero". Insomma, un problema molto importante che non va sottovalutato ma bisogna cercare di parlare con gli specialisti del settore per provare a trovare una cura adatta al paziente. Purtroppo sono molto colpiti anche i giovani con "implicazioni sociali e lavorative significative: le prestazioni rallentano e si fa molta fatica a riguadagnare livelli premorbosi. Questo genera anche un forte aumento della fatica mentale, dello stress e dell'ansia", spiega la docente.

"Accomuna tutte le varianti"

Dalla variante Alfa a Omicron 2, l'elemento in comune è che questa "nebbia mentale" accomuna praticamente tutte le varianti. Lo studio è stato condotto su donne e uomini compresi tra 22 e 74 anni e ha dimostrato come, in questo caso, l'età non conti più di tanto. Anche stavolta, però, i vaccini salvano da tutto. "Sì, i sintomi del Long Covid e la nebbia mentale sono ridotti del 40% nei vaccinati", spiega l'esperta. La diagnosi si ha tramite una "valutazione neuropsicologica con test validati in italiano. Se i sintomi persistono dopo 12 settimane sicuramente bisogna rivolgersi a uno specialista". Come detto, al momento non c'è una cura specifica, è una materia in continua scoperta ma sono importanti gli ambulatori post Covid e i laboratori neuropsicologici per la riabilitazione cognitiva.

Altri sintomi del Long Covid

I sintomi più diffusi del Long Covid secondo il nostro Istituto Superiore di Sanità sono l’astenia, cioè la debolezza "importante e persistente", l’anoressia, la febbre, dolori di vario tipo e stanchezza mentale come abbiamo appena visto. Ma non solo: ci sono altri sintomi che richiedono esami approfonditi e visite specialistiche.

"Ad oggi - affermano alcuni ricercatori a Repubblica - è stata riscontrata un’ampia gamma di danni a lungo termine su organi del sistema respiratorio, cardiovascolare, nervoso, gastrointestinale, ematologico, endocrino, dell’apparato otorinolaringoiatrico, sulla cute e sui reni".

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