Cronache

Il loop senza fine del Viminale. Sa solo spostare i migranti

Dopo lo sbarco choc di 400 immigrati, il governo si sveglia ma senza soluzioni efficaci. A Lampedusa 3 navi quarantena

Il loop senza fine del Viminale. Sa solo spostare i migranti

Le isole e coste del Sud Italia non ce la fanno più. Non respirano più. Il numero di migranti che ogni giorno e notte arriva nel nostro Paese ha ormai raggiunto cifre da capogiro. Ieri notte, 370 immigrati sono arrivati a bordo di un peschereccio scortato dalle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. Uno sbarco choc davanti agli occhi increduli (e stanchi) dei lampedusiani. (Soltanto poche ore prima, oltre 500 migranti avevano raggiunto l'isola a bordo di 30 barchini) I cittadini hanno protestato, hanno urlato, hanno minacciato di scioperare per rivendicare un loro diritto: vivere in tranquillità "senza essere dimenticati dal governo". Roma, infatti, sembra non conoscere alla perfezione cosa stia succedendo a Lampedusa e in tutte le coste dove i migranti continuano a sbarcare con mezzi di fortuna e non. Anche il sindaco Totò Martello, da sempre aperto all'accoglienza, ha alzato l'asticella minacciando il governo e ricordando che "anche Lampedusa è una parte d'Italia".

Dopo la notte movimentata, anche la giornata di oggi non è stata da meno. Il primo cittadino di Lampedusa ha continuato a chiedere a gran voce un incontro con il Viminale "perché non è possibile continuare a sopportare queste angherie da parte del governo". I lampedusiani (in seguito alla protesta sul molo al momento dello sbarco dei 370 migranti) sono andati davanti al Comune per chiedere "la chiusura dell'hotspot dell'isola". Hotspot - che per la precisione - sta scoppiando visto che al suo interno ci sono oltre mille ospiti. 10 volte tanto la capienza consentita. "L'hotspot va chiuso - dicono a gran voce i cittadini - perché abbiamo oltrepassato ogni limite".

Ma fra proteste, manifestazioni e urla, le voci della politica che si sono fatte sentire oggi sono state soltanto quelle dell'opposizione. Anche perché solo qualche giorno fa la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese diceva che la "situazione migranti" era sotto controllo. Di certo non avrebbe potuto rimangiarsi tutto in poco meno di 48 ore, nonostante i numeri e i fatti dimostrino altro. Dal primo gennaio ad oggi, infatti, in Italia sono sbarcati complessivamente 17.985 migranti. Mentre, nello stesso periodo del 2019, le persone approdate sono state 4.878. Verrebbe da chiedersi dove vive la ministra...

Così fra un "la situazione è fuori controllo e questo governo di irresponsabili, con la sua furia immigrazionista, rischia di mettere a repentaglio i sacrifici che gli italiani hanno fatto per mesi" di Giorgia Meloni e un "gli italiani sono stati chiusi in casa per mesi, con pesanti ripercussioni economiche, mentre per i clandestini spalanchiamo porti e portafogli per dare più soldi all'accoglienza. È un governo incapace che mette in pericolo l'Italia" di Matteo Salvini, i giallorossi andavano avanti a sonnecchiare. Fino a questa sera, quando intorno alle 19 il Viminale ha diffuso una nota proponendo la classica soluzione: trasferire i migranti e far arrivare nuove navi quarantena.

Il governo si "sveglia"

Il ministero dell'Interno segue "con estrema attenzione la grave situazione legata allo sbarco di circa 400 migranti la scorsa notte a Lampedusa". Dicono tramite una nota piuttosto tardiva. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro Luciana Lamorgese hanno quindi deciso di ricorrere all'utilizzo di ulteriori tre navi quarantena, in aggiunta alle due già operanti, per la sorveglianza sanitaria dei migranti irregolari in arrivo. "La prima nave, individuata con una procedura d'urgenza avviata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, d'intesa con il Viminale, arriverà a Lampedusa entro domani notte - fa sapere il Viminale -. Le due ulteriori navi saranno operative al massimo entro mercoledì prossimo, al termine della procedura di gara bandita lo scorso venerdì che prevede, già domani, alle ore 10, la scadenza del termine per la presentazione delle relative manifestazioni e l'aggiudicazione della gara nella stessa giornata".

Ma la farsa non è finita qui. Perché per seguire alla perfezione il copione serve pure spostare i migranti. "Per ridurre il sovraffollamento dell'hotspot di Lampedusa, in nottata arriverà sull'isola la nave Dattilo della Guardia costiera che imbarcherà domani mattina 200 migranti - continuala nota del ministero -. La prefettura di Agrigento ha già disposto per questa sera il trasferimento di 128 migranti con le motovedette della Guardia di finanza e della Guardia costiera, dopo l'esito negativo del tampone".

Insomma, come al solito il governo non trova una soluzione definitiva. Non chiude i porti, non riporta indietro i migranti, non alza la voce con i Paesi di orgine e non ferma gli sbarchi. L'Italia, quindi, si tiene gli immigrati, porta a 5 il numero delle navi quarantena, sposta i migranti da una parte all'altra e dice che "l'emergenza migratoria non esiste".

Il modus operandi è sempre lo stesso. Solo qualche settimana fa, il governo aveva svuotato le strutture di Porto Empedocle e di Lampedusa perché sovraffollate. I migranti erano stati spostati in altri centri, ma nel giro di qualche ora le due basi si erano già rimepite. Ovvio, i barconi, le ong e i gommoni continuano ad arrivare in Italia. Spostare da una parte all'altra i migranti di certo non è una soluzione. Piuttosto, è un contentino che il governo dà ai cittadini disperati e ai sindaci. Un contentino momentaneo.

Perché la grande macchina dell'immigrazione clandestina non si ferma così.

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