L'ultima ipotesi sui contagi: "Il virus ha viaggiato sui tir in autostrada"

Lo studio del matematico Giovanni Sebastiani: "I dati confermano lo scenario, la diffusione maggiore è stata vicino ai nodi autostradali"

L'ultima ipotesi sui contagi: "Il virus ha viaggiato sui tir in autostrada"

Il virus ha viaggiato in autostrada: questa l'ultima tesi relativa alla diffusione del Covid-19 in Italia. A sostenerla è Giovanni Sebastiani, ricercatore dell'Istituto per le applicazioni del calcolo Mauro Picone: a suo giudizio il Coronavirus si è spostato "col traffico degli autotrasportatori e sarebbe interessante vedere la frequenza dei contagi in questa categoria"; invece risulta meno probabile che le automobili private siano state il veicolo. Si è giunti a queste conclusioni sulla base di due evidenze: da una parte è stata osservata all'interno della penisola "la distribuzione delle province più colpite in termine di contagi". E tutte si distribuivano su 4 direttrici autostradali di carattere internazionale: la E35 da Milano a Napoli, la E70 da Torino a Venezia, la A22 Modena-Trento-Bolzano e la E55 da Bologna ad Ancona. Domenica 5 aprile solamente le province di Piacenza e di Cremona superavano l'1% dei contagi: "Il capoluogo della prima si trova nell'intersezione tra E35 ed E70, per la seconda a 40 chilometri dal primo lungo la E70. Non è casuale che siano posizionate lungo arterie così trafficate".

Dall'altra parte è stata determinata la distribuzione nello spazio delle province più colpite che hanno avuto la medesima evoluzione nazionale raddoppiando il numero dei positivi osservate in certe date dal 6 al 25 marzo, ovvero il giorno di massima velocità di propagazione: "Tra esse troviamo Milano, Venezia e Pesaro, lontane tra loro ma unite da grandi direttrici".

A fine maggio zero contagi?

Al momento la letalità apparente, cioè il rapporto tra il numero complessivo dei deceduti e il totale dei contagiati, è superiore al 12% con variazioni notevoli: "Ad esempio il Veneto, tra le più colpite come numero di contagiati, è sotto il 6% ed anche per mortalità è un ottavo della Lombardia che ha letalità attorno al 18%". Il grado di ospedalizzazione potrebbe essere una delle spiegazioni di tale diversità: "Qui la percentuale dei ricoverati è stata la metà della Lombardia, significa che sono state fatte scelte strategiche molto buone e che la fase emergenziale è stata meglio gestita".

Nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, il matematico del Cnr ha parlato anche della frenata: con il loro modello si può prevedere quando si arriverà alla stabilizzazione della curva o quando il tasso dei contagiati sarà sceso a livello

trascurabili. "Molto probabilmente Perugia entro una settimana avrà controllato l'epidemia e da fine aprile a fine maggio in tutte le Regioni il numero dei nuovi casi sarà prossimo allo zero", ha concluso Sebastiani.

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