Mafia, confisca record al "re dell'eolico" Vito Nicastri

Da elettricista a leader del settore delle energie rinnovabili, Nicastri è ritenuto vicino al super latitante Messina Denaro

Mafia, confisca record al "re dell'eolico" Vito Nicastri

C'era la mano della mafia sull'industria eolica e fotovoltaica. È quanto emerge da un'indagine della Dia che ha portato alla confisca record di beni per oltre un miliardo e trecento milioni di euro a Vito Nicastri, 57 anni di Alcamo (Trapani). Un'operazione che, secondo gli inquirenti, "colpisce al cuore l’aria grigia di cosa nostra".

Da semplice elettricista, Nicastri, che in questi anni avrebbe avuto relazioni con "esponenti di Cosa nostra", era diventato il leader nel settore delle energie rinnovabili, con stabilimenti in Sicilia occidentale, Lombardia, Lazio e Calabria. Le indagini hanno stabilito che l'imprenditore è riuscito ad acquisire questa posizione di vertice grazie alla "contiguità consapevole e costante agli interessi della criminalità organizzata". In particolare, sembrerebbe che Nicastri sia solo un prestanome del super latitante Matteo Messina Denaro.

La Direzione investigativa antimafia ha voluto dedicare questa importate operazione a Antonio Manganelli, capo della polizia morto da poco.

"Sarebbe felice di questa operazione, difficile e impegnativa, che ha portato alla confisca di oltre un miliardo e trecento milioni di beni ad un personaggio dell’area grigia di Cosa Nostra, in una terra difficile com’è il trapanese, afferma il direttore
della Dia Arturo De Felice, "È stato Manganelli a credere nella Dia e a volerla rafforzare".

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