Vite parallele. I due dioscuri, Fico e Di Maio. Il primo, l'anima pura del movimento, da qui in avanti chiamato Ficocolf, si è fatto trovare nella impurità dei pagamenti in nero, denari non presi ma dati a una povera colf senza contributi. Nulla è più pericoloso dell'etica in politica. Ma chi l'ha scelta come condotta di vita non ha alternativa: deve dimettersi perché nulla è più politico del privato. Fico presidente della Camera è uno scandalo per gli italiani, per le persone oneste e per lo stesso partito che rappresenta. Il socialista Martelli raggiunto da un avviso di garanzia si dimise da ministro. Fico è forse più innocente di Martelli? Il secondo dioscuro, Di Maio, così sconfinatamente ambizioso da essere pronto a vendere l'anima pur di diventare premier, si è condannato all'irrilevanza. Di qui in avanti lo chiameremo Di Mai. Così oggi possiamo nell'uno e nell'altro già vedere la inevitabile decadenza del M5s, dopo la sua vana ed effimera fiamma. La sconfitta in Molise e la disfatta in Friuli vanificano ogni isterica ambizione di Di Mai e di Ficocolf di poter governare l'Italia. Gli italiani hanno capito il loro opportunismo, e li hanno sonoramente ridimensionati e bocciati.
La loro prepotenza li ha, fino al prossimo inevitabile scioglimento del Parlamento, portati alla presidenza di una delle due Camere; e Di Mai potrà chiedere a Ficocolf un regolare contratto di lavoro domestico, per garantirsi il futuro. Dalle stelle alle stalle.
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