Cronache

Marò, accolto il ricorso dell'Italia

Esclusa la polizia Nia e il tribunale speciale, processo sospeso. Palazzo Chigi chiede l'immediato ritorno in Italia

Marò, accolto il ricorso dell'Italia

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non saranno accusati di terrorismo. Lo ha deciso la Corte suprema indiana che ha accolto il ricorso contro l’utilizzo della polizia speciale Nia e ha sospeso il processo a loro carico. La prossima udienza si terrà tra quattro settimane.

I due marò sono trattenuti in India da oltre due anni con l'accusa di aver ucciso due pescatori indiani. Fin dall'inizio l'Italia si era opposta all'ipotesi che venissero processati secondo le leggi indiane, sostenendo che i due si trovassero in acque internazionali e su nave battente bandiera italiana. L'esclusione della polizia antiterrorismo (che da mesi rimanda la formalizzazione delle accuse) esclude di fatto la possibilità che i due vengano condannati con la pena capitale, per quanto processati comunque secondo la giurisdizione indiana. Secondo i legali dei marò, comunque, il ricorso accolto oggi "contesta in toto il diritto dell’India a condurre l’inchiesta e a giudicare i marò".

Palazzo Chigi: chiediamo l'immediato ritorno in Italia

"La Corte Suprema indiana - si legge in una nota del governo - ha oggi ritenuto legittima l’istanza presentata dai due Fucilieri Latorre e Girone e si è riservata di decidere nel merito. La posizione del governo italiano resta immutata nel rivendicare con
forza la giurisdizione italiana sulla vicenda e nel chiedere l’immediato ritorno dei nostri militari in Italia".

E si sottolinea che "il governo continuerà a svolgere tutte le azioni internazionali utili a raggiungere quanto prima entrambi gli obiettivi".

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