Cronache

Il medium che aiuta i Carabinieri: "Così ritrovo chi è scomparso"

La storia di Germano Sparagnini, il medium che collabora con i Carabinieri e ha partecipato al ritrovamento di Yara Gambiraso

Il medium che aiuta i Carabinieri: "Così ritrovo chi è scomparso"

"Sono un contadino. Ma se proprio vogliamo, mi si addice di più il termine medium". Germano Sparagnini ha una storia molto particolare da raccontare. La sua. Cinuqntaseienne di Sant'Angelo in Vado, ha partecipato alle indagini sui delitti di Yara Gambiraso, Elena Ceste e Guerrina Piscaglia. Come? Mettendo a disposizione il suo "potere": quello di medium.

Il suo "dono" Germano lo ha scoperto "da bambino". "Nella parrocchia di campagna dove sono cresciuto - racconta al Giorno - ricordo che mi trovavo col babbo quando gli dissi: dietro alla pala d' altare della chiesa San Donato c'è una cosa molto bella da scoprire. Avrò avuto 10 anni e solo 15 anni fa, quando la pala è stata tolta per essere ristrutturata, il parroco ha trovato un affresco del Trecento raffigurante un crocifisso, la Maddalena, San Donato e credo San Giovanni Battista. A seguito di questa scoperta, la chiesa è stata ingrandita e l'altare disposto in maniera diversa". Non solo cose brutte, dunque. Non solo cadaveri e ritrovamenti. "Ricordo due signore a Sant' Angelo in Vado - spiega ancora il medium - rassegnate perché non potevano avere figli. Un giorno ho detto a ciascuna: avrai un figlio, maschio, e adesso entrambe hanno un maschio".

A volte Germano, quando "sente" qualcosa, cerca di essere utile per i Carabinieri di Arezzo o di Sant'Angelo. Li contatta, gli indica una "pista" da seguire e poi "gli dico che vorrei seguire quel determinato caso. Gli chiedo quindi se possono fare da intermediari per me e sapere se mi si può accettare e, senza disturbare, farmi partecipare alle ricerche". "Mi sento chiamato e devo partecipare - spiega Germano, che fa parte di una confraternita - altrimenti non sono a posto con me stesso. Se posso essere utile sono contento, soprattutto per i parenti. E, chiaramente, lo faccio gratis".

Fa già strano immaginare un medium che collabora con i Carabinieri. E si capisce. Ma rimane ancora una domanda: cosa fa esattamente Germano mentre è sul luogo di un delitto o di un ritrovamento di cadavere? "Mi è stato insegnato che quando si perde qualcosa o qualcuno, bisogna dire il Padre Nostro doppio: - dice - Padre Padre, che che, sei sei... E io lo recito". Le visioni arrivano grazie all'aiuto della beata Margherita di Metola, la patrona dei non vedenti e degli emarginati. "Io do il meglio delle mie capacità il 13 aprile (13 aprile 1320, data della morte della beata) - dice Germano - e durante il Natale, perché lei era stata abbandonata dalla famiglia e si era innamorata della Sacra Famiglia. Il 13 di ogni mese, il 13 aprile e il giorno di Natale, dunque. Faccio riferimento a lei, e lei mi aiuta".

Germano non vede gli spiriti. Non ci sono fantasmi che gli indicano il luogo in cui potrebbe essere il cadavere di una persona scomparsa. "È come se sapessi un' altra lingua sconosciuta - spiega il medium - Leggo, insomma, dove altri non vedono scritto. A casa vedo le foto dei dispersi, a 'Chi l' ha visto?' o nel giornale. Se avverto delle sensazioni, dei flash, ho bisogno poi di spostarmi e andare sul posto per leggerle più nitidamente". "Per il caso di Ancona - racconta Germano - dopo aver visto la foto dell' anziano in tv, ho sentito immediatamente che l' uomo era vicino casa e forse, per qualche minuto, è rimasto intrappolato. Una volta arrivato, ho letto meglio quell' immagine 'vedendo' un muretto che faceva anche da contenimento. Dietro il quale l' anziano è stato poi trovato".

Il caso più eclatante è stato quello di Yara Gambiraso. E forse anche quello che lo ha "sbloccato", permettendogli di "scoprire meglio i poteri che ho": "Era la vigilia del Natale 2010 - racconta il medium - Se non avessi chiamato i carabinieri dicendo quello che 'leggevo' di lei, tramite le visioni...il giorno dopo mi sarei vergognato ad entrare in chiesa. Alle 14 ho fatto il 112, alle 16 mi ha chiamato il maresciallo e alle 18 sono andato in caserma e ho firmato un verbale inviato via fax a Castel San Pietro, vicino a Brembate. Però ho aspettato troppo per andare là. Sono arrivato il 10 di febbraio e vedevo che Yara era supina in un campo ma non mi ero sentito di fare quell' esperienza lì.

Ho sbagliato di un giorno il suo ritrovamento".

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