Cronache

Migranti, è emergenza: cadaveri sulle coste libiche e maxi naufragio in Grecia

Il Mediterraneo è un cimitero a cielo aperto. Dalla Libia all'Italia le coste si riempiono di cadaveri. Ma gli sbarchi di migranti non si fermano: registrato un nuovo naufragio a Creta

Migranti, è emergenza: cadaveri sulle coste libiche e maxi naufragio in Grecia

Il Mar Mediterraneo è un cimitero a cielo aperto. E, dopo gli ultimi naufragi, rende alle spiagge decine e decine di cadaveri. Il primo a riaffiorare è stato scoperto ieri mattina a Cala Piombo, all'interno del poligono militare di Teulada, sulla costa sud occidentale della Sardegna. Oggi, poi, la Mezzaluna Rossa ha rinvenuto altri 117 corpi di migranti sulla costa di Zuara, città a 120 chilometri dalla capitale Tripoli.

Dalle coste libiche e dai porti egiziani continuano a partire i barconi della speranza stracarichi di disperati che cercano di raggiungere l'Italia sfidando la sorte. Negli ultimi giorni almeno tre imbarcazioni sono naufragate a causa dell'eccessivo carico umano. Nonostante la tempestività dell'intervento della Marina Militare e della Guardia Costiera, sono stati calcolati almeno settecento morti i cui corpi sono stati inghiottiti dal Mediterraneo. A pochi giorni da quelle tragedie dell'immigrazione i cadaveri stanno tornando a riva. È successo ieri in Sardegna, succede oggi a Zuara. Partenza e arrivo. Nel mezzo il mare che divora e uccide nell'indifferenza dei buonisti che lasciano aperte le porte dell'Italia e dell'Europa. "Lungo la costa libica - ha spiegato il portavoce della Mezzaluna rossa libica, Mohamed Misrati - sono stati recuperati i corpi di 117 migranti annegati. Tra questi settanta sono donne e cinque bambini".

Nemmeno la paura di un naufragio li ferma. Un altro barcone è andato a picco a sud di Creta. Secondo i funzionari della Guardia Costiera greca potrebbe essere partito dall'Egitto per raggiungere l'Italia. Anche questa imbarcazione era stra carica. Si parla di almeno settecento immigrati. I soccorsi ne hanno recuperati almeno 340 ancora in vita.

Per il momento, però, ci sono già nove morti.

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