Coronavirus

Migranti, i sindaci dell'Agrigentino non ci stanno: "Intervenga il Governo"

Sono trentadue i sindaci della provincia di Agrigento che hanno indirizzato una lettera al Premier Giuseppe Conte. Dopo gli sbarchi dei migranti gli scorsi giorni sulle coste siciliane, chiedono l'adozione di misure adeguate al contenimento di possibili casi di coronavirus

Migranti, i sindaci dell'Agrigentino non ci stanno: "Intervenga il Governo"

Sono queste giornate convulse e assai difficili da gestire per via degli arrivi di nuovimigranti sulle coste siciliane in un periodo già abbastanza complicato a causa del coronavirus. Che gli extracomunitari arrivino in via del tutto autonoma che non, la necessità di dare loro un posto dove trascorrere la quarantena senza creare problemi da un punto di vista sanitario, sta divenendo un vero e proprio grattacapo. Gli scorsi giorni sono stati diversi gli appelli lanciati singolarmente alle istituzioni dai sindaci che hanno dovuto far fronte a queste situazioni. Oggi invece, in coro quasi unanime, 32 sindaci della provincia di Agrigento, si sono rivolti direttamente al presidente del consiglio, Giuseppe Conte, attraverso una lettera.

"Alla luce dei continui sbarchi che avvengono sulle coste siciliane- scrivono i sindaci-riteniamo necessario che il Governo intervenga con urgenza per predisporre tutte le misure utili e le strutture necessarie per l’accoglienza e la sicurezza dei migranti nel rispetto delle norme restrittive per il contenimento del Coronavirus. Mentre chiediamo grandi sacrifici ai cittadini per evitare il diffondersi del virus non possiamo assistere a continui sbarchi con soluzioni improvvisate per accogliere i migranti utilizzando luoghi poco sicuri. Alle persone che arrivano vanno garantite accoglienza, sostegno, cure adeguate e tamponi mettendo in tal modo al sicuro la salute degli operatori e delle comunità che li ospitano".

Tra le soluzioni che i sindaci suggeriscono al Governo, vi è quella che è stata lanciata qualche giorno fa dal governatore regionale siciliano:"Una soluzione adeguata per gestire in sicurezza l’arrivo di migranti provenienti dalle coste africane- prosegue la lettera- sarebbe quella che Le è stata chiesta dal presidente della Regione Nello Musumeci, la proposta prevede l’approntamento di un’apposita nave accoglienza da ormeggiare in rada per permettere ai migranti di poter fare la quarantena in sicurezza prima che raggiungano i luoghi di destinazione europei”.

I primi cittadini che amministrano i 32 comuni della provincia agrigentina chiedono interventi in tempi veloci perché le condizioni meteo, al momento buone, potrebbero agevolare altri numerosi viaggi verso la Sicilia. “ In previsione di nuovi sbarchi nelle prossime ore- si legge nella lettera-occorre che il Governo da Lei presieduto trovi una soluzione il più rapidamente possibile prima che la situazione possa sfuggire di mano. In un periodo così difficile e complesso come quello attuale non si possono lasciare da soli i sindaci già in prima linea, con grande difficoltà, per far rispettare le necessarie norme di contenimento del virus”.

Dalle parole che si leggono nella lettera, la preoccupazione che la situazione diventi ingestibile con i rischi che ne derivano per la salute pubblica è evidente. Da quando la scorsa settimana sono iniziati i primi sbarchi autonomi a Lampedusa dopo un periodo di stop, gli appelli a non lasciare da soli gli amministratori locali a gestire situazioni di emergenza sono tuonati sempre più forti. Il primo a chiedere un intervento al governo centrale è stato il sindaco dell’isola maggiore delle Pelagie, Salvatore Martello. Quest’ultimo si è trovato a dover gestire più arrivi consecutivi da parte degli extracomunitari. Dopo i primi 34 giunti sull’isola lo scorso lunedì, ne sono arrivati altri 110 a distanza di poche ore. Sin da subito il sindaco Martello ha lanciato al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese la proposta di una nave quarantena per consentire l’accoglienza dei migranti con il rispetto delle procedure necessarie per il contenimento di eventuali casi di coronavirus. Il primo cittadino di Lampedusa non è stato l’unico a dover far fronte a questo problema. Pochi giorni dopo, assieme a lui, altri sindaci.

Venerdì scorso ad infiammare ulteriormente la situazione, è stata la notizia relativa al primo caso di coronavirus rintracciato all’interno dell’hotspot di Pozzallo. In quell’occasione, un egiziano di 15 anni è risultato positivo al tampone e la struttura, tra le più importanti del meridione per quanto riguarda l’accoglienza dei migranti appena sbarcati, è stata chiusa. Il ragazzo era approdato alcuni giorni prima a Lampedusa e, prima di risultare infettato dal virus, era quindi passato non solo all’interno del porto della più grande delle Pelagie, ma anche da Porto Empedocle. Questo ha provocato timore tra operatori e forze dell’ordine venuti a contatto con il gruppo di migranti poi destinati a Pozzallo. Ed ha iniziato ad alimentare un senso di preoccupazione sulla situazione migratoria fatto proprio poi anche dai sindaci. A partire da Roberto Ammatuna, primo cittadino di Pozzallo, che ha chiesto maggiore chiarezza e collaborazione per garantire l’incolumità di tutti, migranti compresi. Così come, poche ore dopo, del sindaco di Porto Empedocle Ida Carmina, con quest’ultima che ha deciso di chiudere il porto al transito di migranti. Sabato invece le preoccupazioni principali hanno riguardato il comune di Siculiana, alle porte di Agrigento: qui settanta persone sbarcate pochi giorni prima a Lampedusa, sono state collocate all’interno dell’ex hotel Villa Sikania, negli anni divenuto centro di accoglienza che però, dallo scorso mese di ottobre, è stato ufficialmente chiuso.

Anche su questa vicenda è stato registrato il disappunto del locale primo cittadino, Leonardo Lauricella, che non a caso risulta oggi tra i firmatari della missiva indirizzata al presidente del consiglio. Le rimostranze sopra richiamate, sono state fatte proprie dal presidente della Regione Nello Musumeci, il quale ha sottolineato le paure relative ad una possibile ondata di sbarchi di queste settimane, ritenuta insostenibile per via della grave emergenza coronavirus che anche la Sicilia deve per adesso affrontare. Non solo amministratori, ma anche esponenti della società civile in queste ore hanno manifestato i propri timori per l’attuale situazione migratoria. Sabato un gruppo di imprenditori di Lampedusa ha scritto una lettera proprio a Musumeci, chiedendo al numero uno della giunta regionale di impedire lo sbarco sull’isola della nave Alan Kurdi, dell’Ong tedesca Sea Eye. Un eventuale approdo, secondo gli imprenditori lampedusani, creerebbe problemi sia relativi al rispetto delle norme relative al coronavirus e sia, dall’altro lato, anche maggiori timori sulla salute dei cittadini.

Come dunque è possibile notare, la lettera dei sindaci agrigentini è arrivata al culmine di giornate caratterizzate dalla forte preoccupazione relativa ad un possibile intreccio tra l’emergenza coronavirus e quella migratoria. Ogni sbarco rischierebbe di far distrarre mezzi e uomini destinati alla battaglia contro il virus e, al contempo, di acuire i problemi relativi alle difficoltà di trovare luoghi idonei all’accoglienza. Per questo dunque i sindaci dell’agrigentino adesso hanno chiesto urgenti provvedimenti al governo.

Il timore principale dei vari primi cittadini, è quello di essere lasciati soli a gestire una situazione potenzialmente esplosiva tra crisi sanitarie ed ulteriori sbarchi di migranti.

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