Cronache

Il mondo la celebra ma Pompei crolla

Vengono giù muri alla Casa del Torello e alle Terme centrali. Proprio mentre esce il film voluto dal British Museum

Il mondo la celebra ma Pompei crolla

Pompei continua a sbricio­larsi. Sotto i colpi dell’incuria l’antica Città romana,causa an­che il maltempo furioso degli ul­timi giorni, continua a perdere «pezzi» importanti. Gli ultimi due crolli sono stati scoperti dal custode di turno negli scavi, do­menica pomeriggio. Il primo crollo ha riguardato una parte di stucco situato all’interno del­la Casa del Torello ( circa un me­tro e mezzo dal bordo della va­sca del peristilio) e il cedimento anche di un muretto che si è ap­poggiato su di una colonna. Pro­seguendo nel suo giro di perlu­strazione il cu­stode ha poi scoperto uno squarcio di ol­tre 2 metri di lunghezza per un metro di altezza nel muro di cinta posteriore del­le Terme cen­trali. Su questo sbriciolamento de­gli scavi più visitati al mondo, che pare inesorabile, è sceso il silenzio delle istituzioni e della Soprintendenza. A dare la noti­zia dei nuovi crolli sono stati in­fatti i sindacati Cisl e Uil. «Si frantuma un altro pezzo di Pom­pei mentre al Ministero studia­no chi mandare a frenare que­sto sfascio », accusano i sindaca­listi Antonio Pepe e Maria Rosa Segreteria. Gli ultimi due crolli hanno in­teressato la Casa del Torello di Bronzo, una delle più grandi di­more pompeiane dotata, tra l’altro, di un particolare siste­ma di utilizzo e distribuzione dell’acqua potabile, e le Terme Centrali,il più grande comples­so termale­dell’area archeologi­ca che ricopre un’intera insula. Gli edifici sono posti uno di fron­te all’altro, in via di Nola ad an­golo con il quadrivio di Orfeo. Ma, non è solo Pompei a crol­lare, anche gli Scavi di Ercolano corrono gravi rischi e devono fa­re i conti con l’incuria. Appena quattro giorni fa, un tetto di cir­ca 10 metri quadrati, composto da travi in legno e tegole in terra­cotta situato nella Casa del­l’Atrio Corinzio è venuto giù. Si tratta di un tetto moderno, che non ha valore archeologico ma è comunque un brutto segnale. Appena 3 anni fa, proprio a novembre, a seguito del crollo della Schola Armaturarum Ju­ventutis Pompeianae, situata lungo via dell’Abbondanza, nel Centro dell’antica Pompei, l’allora ministro per i Beni e le Attività culturali fu costretto a dimettersi. Bondi fu sottoposto per giorni a un bombardamen­to mediatico e politico. Da quel 5 novembre del 2010 sono stati un’altra decina almeno i crolli avvenuti nell’antica città roma­na. Ma è sceso il silenzio e nessu­no c­hiede il conto all’attuale mi­nistro.

Per la Soprintendenza, i crol­li di questi giorni sono «limitati e legati alle piogge».Ma per l’ar­chitetto Antonio Irlando, presi­dente dell’Osservatorio patri­monio culturale: «È un susse­guirsi
drammatico l’elenco dei crolli, pioggia e vento sono solo concause rispetto all’abbando­no ormai cronico in cui versa l’area,con una gestione di fatto fuori controllo. Il'Grande Pro­getto Pompei', cofinanziato dall’Ue con 105 milioni di euro è partito in ritardo, con si 5 can­tieri aperti su 39». E secondo l’Opc per ogni crollo reso noto ve ne sarebbero almeno 9 sotta­ciuti. «Sono trascorsi tre anni dal crollo della Schola Armatu­rarum e dalle dimissioni di Bon­di -ricorda Irlando-, ma tutto quello che sta ancora crollando a Pompei dimostra che concre­ti passi in avanti nella direzione della tutela non sono ancora stati compiuti.L’ulteriore ritar­do nella nomina del 'direttore generale di Progetto', previsto dalla legge 'Valore Cultura' per Pompei conferma che la gestio­ne­sta sfuggendo anche dal con­trollo del Ministro Bray».
Suona come una beffa la coin­cidenza dei crolli con l’uscita nelle sale del documentario prodotto dal British Museum per celebrare l’incredibile suc­cesso della mostra su Pompei. Quella tenuta a Londra l’estate scorsa è diventata «l’esposizio­ne dell’anno » e ora anche un do­cumentario.

E così, mentre il mondo celebra Pompei, noi ci ricordiamo a malapena di rac­coglierne i cocci.

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