Coronavirus

Monza, gli ultras consegnano pasti a medici e infermieri: "Non siete soli"

La bella iniziativa degli ultras del Monza che consegnano i pasti cucinati da una cordata di ristoratori a medici e infermieri

Monza, gli ultras consegnano pasti a medici e infermieri: "Non siete soli"

Hanno la fama di essere rissosi e sguaiati. Sempre pronti a infrangere le regole e fare casino in giro. È così che vengono raccontati gli ultras. Una narrazione stereotipata che nei giorni dell'emergenza coronavirus merita di essere riscritta.

In quel di Monza, ad esempio, il messaggio "restate a casa" è stato rilanciato dai ragazzi della Curva Davide Pieri. "Occorre mettere da parte l'egoismo, rispettare le regole e impegnarsi attivamente per impedire la diffusione del virus", ci aveva spiegato il loro leader, Fausto Marchetti. Ma non finisce qui. Perché gli ultras biancorossi continuano a tifare. Tifano per medici e infermieri. Lo hanno dimostrato con un maxi striscione apparso due domeniche fa fuori dall'ospedale San Gerardo. "Forza San Gerardo, in questi momenti di difficoltà in nostri eroi siete voi", c'era scritto. È stato solo il primo passo di un impegno più grande, che prosegue con la consegna dei pasti al personale sanitario della terapia intensiva del San Gerardo e ai volontari della Croce Rossa di via Pacinotti.

Se fosse un coro da intonare allo stadio sarebbe: "Non siete soli". Perchè oggi più che mai "è il momento di stare uniti come sugli spalti", spiegano i supporter biancorossi. La loro non è un'operazione spot, ma un servizio che sono pronti a garantire "sino alla fine dell'emergenza". "Ci siamo messi d'accordo con un'associazione della Brianza che conta 350 imprenditori della ristorazione, loro cucinano sia a pranzo che a cena e noi ci occupiamo delle consegne", ci racconta Marchetti. "Il personale sanitario – si legge nel comunicato diffuso dall'associazione "Ristoratori uniti" – sta lavorando a ritmi inumani, mangiando quando gli avanza il tempo, ma soprattutto quello che trovano. Noi siamo un'associazione di ristoratori e addetti ai lavori della Brianza. Con i ragazzi della Curva Davide Pieri e i volontari dell'associazione Branco onlus, abbiamo deciso di fare quadrato attorno a chi sta lottando per sconfiggere il virus. Dando costanza nel tempo al nostro slancio".

È la faccia bella del Paese. Quella che non si arrende e si mette in gioco. Quella della solidarietà che contagia. E infatti il caso di Monza è tutt'altro che isolato. Iniziative simili stanno letteralmente spopolando in tutta la Penisola. Tante, troppe per essere citate tutte quante. A partire da Castelvetrano, nel Trapanese, dove un anonimo ha pagato di tasca sue pizze e bevande ordinate dai sanitari di turno al pronto soccorso cittadino. Continuando con Roma, invece, alcuni cittadini hanno cucinato per il personale dello Spallanzani dolci e altre golosità. Rimanendo ancora nel Lazio, è sceso in campo un altro club: la Viterbese, che ha donato cartoni di pizza e bevande a medici e infermieri del pronto soccorso dell'ospedale di Belcolle.

Mentre a Milano una cordata di ristoratori cucina e consegna giornalmente i pasti al personale sanitario del Fatebenefratelli, San Giuseppe, Sacco, Bassini, San Raffaele e Policlinico.

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