Cronache

"Servono verifiche". L'appello della madre di Luana a Meloni e Nordio

A due giorni di distanza dalla decisione del giudice del tribunale di Prato di accogliere la richiesta di patteggiamento dei titolari dell'azienda in cui la giovane operaia Luana D'Orazio perse la vita, Emma Marrazzo si è rivolta al presidente del consiglio Giorgia Meloni e al ministro Carlo Nordio: "Verificate gli atti del procedimento"

Un murale dedicato a Luana D'Orazio, morta a 22 anni per un incidente sul lavoro
Un murale dedicato a Luana D'Orazio, morta a 22 anni per un incidente sul lavoro

La Cgil ha proclamato ieri un'ora di sciopero, per protestare contro una sentenza giudicata eccessivamente morbida. Ed Emma Marrazzo, madre della vittima, si è appellata al presidente del consiglio Giorgia Meloni e al ministro Carlo Nordio, chiedendo la verifica degli atti del procedimento che ha portato al patteggiamento di due dei tre imputati. A distanza di due giorni dalla decisione del giudice del tribunale di Prato, il caso Luana D'Orazio continua a far discutere. Com'è noto la giovane operaia che viveva ad Agliana (una cittadina della vicina provincia di Pistoia, in Toscana) morì il 3 maggio del 2021 a soli ventidue anni, schiacciata in un macchinario dell'impresa "Orditura Luana" di Montemurlo (una realtà comunale della provincia pratese) nella quale lavorava, lasciando un figlio di sei anni. Lo stesso mezzo al quale secondo l’accusa erano state disattivate le protezioni antinfortunistiche.

Luana Coppini e Daniele Faggi, rispettivamente titolare e responsabile de facto dell'azienda, avevano avanzato tramite l'assicurazione della ditta una proposta risarcitoria ammontante a circa un milione di euro alla famiglia della ragazza. E il giudice ha accolto la richiesta di patteggiamento subordinandola all'erogazione del risarcimento (e ad una sanzione da circa 10mila euro) condannando poi a due anni di reclusione Coppini e ad un anno e sei mesi Faggi con la condizionale. Se Marrazzo aveva già a caldo lasciato trasparire una certa delusione, nelle scorse ore ha rincarato la dose. "Faccio appello al presidente del consiglio Giorgia Meloni e al ministro della Giustizia Carlo Nordio - le sue parole, riportate dai media locali - per verificare gli atti del procedimento che ha portato al patteggiamento per i titolari della ditta in cui è morta mia figlia mentre stava lavorando".

Alla luce di tutto ciò, la Fiom Cgil di Firenze - Prato - Pistoia ieri ha invitato i lavoratori ad astenersi dall'ultima ora del turno lavorativo. "Riteniamo che la sentenza per la morte di Luana d’Orazio non renda pienamente giustizia per un atto gravissimo che ha causato la morte della lavoratrice al solo scopo di aumentare il profitto di un’azienda - la posizione del sindacato, espresso in un comunicato - la sicurezza sul lavoro deve diventare pratica costante e diffusa. La vita di una giovane lavoratrice non può essere barattata con una ingiustizia". E in attesa che la magistratura si pronunci sul terzo imputato (il tecnico manutentore del macchinario, ndr) nemmeno Alberto Orlandi, fidanzato di Luana, è riuscito a trattenere lo sfogo. "Ero lì, fuori dall'aula. E avevo fiducia nella giustizia - il suo pensiero - tutto finisce così, senza giustizia.

Senza niente".

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