La moschea delle frasi choc su Silvia chiusa dopo la denuncia del Giornale.it

Il Viminale ha fatto sapere che la moschea abusiva di Tor Pignattara dove avevamo intervistato l'imam che pronunciò le frasi choc su Silvia Romano è stata chiusa lo scorso giugno. Il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli: "Ora vigilare su situazioni analoghe"

La moschea delle frasi choc su Silvia chiusa dopo la denuncia del Giornale.it

"Lei è andata lì per seminare discordia e invece ha ricevuto un'educazione e si è arricchita spiritualmente, adesso è libera e felice". Avevano destato sconcerto, rabbia e indignazione le parole affidate ai nostri microfoni da un fedele musulmano incontrato lo scorso maggio in una delle tante moschee abusive che affollano la kasbah romana di Tor Pignattara. Parole pronunciate in difesa del gruppo terroristico al-Shabaab, autore del rapimento di Silvia Romano, la cooperante milanese sequestrata in Kenya e tenuta in ostaggio per diciotto mesi in Somalia (guarda il video).

Non un gruppo di fanatici, per il nostro interlocutore, bensì "gente che prega". Gente che andrebbe ringraziata per aver aver "educato" Silvia all'Islam "facendola uscire dal buio". Quelle dichiarazioni erano rimbalzate sugli organi di informazione, trovando spazio anche nella trasmissione televisiva Dritto e Rovescio, condotta da Paolo Del Debbio su Rete 4. Dopo averle ascoltate, una cordata di parlamentari di Fratelli d'Italia si era subito mobilitata, presentando un'interrogazione al ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese.

Tra gli effetti dell’iniziativa c'è stato il sequestro cautelare della moschea abusiva per violazione delle norme urbanistiche, antincendio e in materia edilizia. Per questi motivi, ha reso noto il Viminale nella giornata di ieri, dallo scorso 3 giugno la sala preghiera di via Capua è rimasta chiusa. Dall’ufficio Affari legislativi e relazioni parlamentari del dicastero, poi, ci tengono a precisare "che è costante l’attività di prevenzione da parte delle Forze dell’ordine di qualsiasi forma di istigazione all’odio e alla violenza al fine di rilevare e contrastare eventuali azioni di proselitismo e di radicalizzazione al fondamentalismo islamico".

"Siamo soddisfatti per il lavoro svolto dalle forze dell'ordine", dice a ilGiornale.it il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, autore dell'interrogazione assieme ai colleghi di partito, Giovanni Donzelli ed Emanuele Prisco. Tuttavia non mancano le perplessità: "Tutte le grandi città sono invase da moschee abusive attorno alle quali si aggregano soggetti radicalizzati e intolleranti, non si possono aspettare eventi episodici perché vengano chiuse, ci vuole un'azione di monitoraggio preventiva e costante". "Certo, per fare ciò - conclude Rampelli – la sinistra al governo deve abbandonare il suo atteggiamento buonista, che rischia di essere pericoloso sia a livello sociale che culturale".

L’appello del vicepresidente della Camera, infine, è quello di "continuare a vigilare potenziando i presidi territoriali perché la minaccia dell’islamismo radicale, come dimostrano le allerte dei nostri servizi segreti, non è

mai terminata". "Soprattutto le periferie romane, dove allignano maggiormente il disagio economico e sociale e crocevia di flussi migratori senza controllo – mette in guardia Rampelli – rappresentano un terreno fertile".

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