Cronache

Niente privacy in tribunale: fascicoli d'indagine accessibili a tutti

Non c'è rispetto della privacy nel tribunale di Milano: centinaia di fascicoli sono abbandonati per i corridoi, in armadi accessibili a chiunque

Niente privacy in tribunale: fascicoli d'indagine accessibili a tutti

Fascicoli giudiziari a portata di mano, da sfogliare e prelevare. Accessibili a tutti, in barba a ogni norma che impone il rispetto della privacy. Del resto, lì dove sono stati abbandonati, in bella vista, molti fascicoli saranno stati anche dimenticati da chi avrebbe dovuto custodirli con cura.

Inizia da qui, dal settimo piano del tribunale di Milano, dall’ufficio del Giudice per le indagini preliminari di uno dei più importanti palazzi di giustizia del Paese, il viaggio de Ilgiornale.it, alla scoperta di sprechi e disservizi che ruotano attorno alla giustizia meneghina. Basta aprire qualche armadio per apprendere passaggi delicati e dolorosi della vita di chi ha avuto guai giudiziari: intercettazioni, testimonianze, accertamenti finiti in inchieste che, magari, nel frattempo sono state anche archiviate (clicca qui per vedere il video).

"I fascicoli dei vari processi devono essere impermeabili agli accessi esterni", sostiene il presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano, Remo Danovi, che tra l’altro è componente della Conferenza permanente, ex Commissione di manutenzione, che periodicamente riunisce le competenze di procura, Corte d’Appello, procura generale, Comune, Soprintendenze e ministero della Giustizia. "Tutto ciò che fa parte del lavoro delle cancellerie - prosegue il presidente Danovi -, credo che sia quotidianamente coperto dall’attenzione delle persone che vi sono dedicate. Se ci sono, inevitabilmente, delle disfunzioni bisognerebbe rimediare a esse e quindi intervenire secondo le contingenze. Considero che questo si possa fare senza interventi di carattere particolare perché riguarda l’attenzione e la delicatezza con cui si gestiscono le attività professionali nel palazzo".

Il discorso fila in teoria ma, nei fatti, le immagini che abbiamo raccolto dimostrano che non è così, che quella "attenzione" e "delicatezza" non sempre sono garantite da chi dovrebbe.

E che centinaia di fascicoli, che dovrebbero essere tenuti sottochiave, sono alla mercé del primo che passa, chiunque esso sia.

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