"Nobel per la pace a Putin", i fantasmi all'Eliseo e Merkel: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: il dramma di Al Bano, la cacciata dei diplomatici e l'accordo proposto da Scholz a Zelensky

"Nobel per la pace a Putin", i fantasmi all'Eliseo e Merkel: quindi, oggi...
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- Al Bano è sotto choc: lui che in Russia è considerato una star, adesso si trova a condannare l’azione militare di Putin. “In questo momento la guerra è tra la Nato e la Russia. Dalle cose che ho saputo, a Putin avevano prospettato che la Nato stava per prendere sotto il suo protettorato l'Ucraina. Io per lui ho cantato cinque volte, non mi sarei mai aspettato una reazione simile”, dice il cantante. Ma soprattutto è sconvolto perché "non dimentichiamoci che gli stavano per conferire il premio Nobel per la Pace”. Tutto vero, Putin era candidato. Ma che lo stesse davvero per ricevere mi pare un tantino esagerato

- è partita la gara a chi espelle più diplomatici russi. L’ha fatto la Danimarca, ha seguito la Germania e ora pure l’Italia. Non è un buon segno: quando si rompono le relazioni diplomatiche vuol dire che gli Stati pensano più a guerreggiare che a trovare un accordo. Mala tempora currunt

- è incredibile come la guerra abbia unito fronti contrapposti: da Pablo Iglesias, fricchettone leader di Podemos in Spagna, alla destra sovranista filo-Putin. Tutti contro le armi a Kiev. Non sto dando un giudizio sulla corsa alle mitragliette, ma mi limito all’analisi politica: come è possibile che gli opposti si attraggano sempre di più?

- il WSJ scodella lo scoop: secondo il quotidiano britannico, a febbraio il cancelliere Scholz avrebbe offerto un’intesa a Zelensky, il quale pare abbia risposto picche. E questo spiega, forse, l’astio che corre sul crinale Berlino-Kiev: prima gli scazzi con l’attuale Cancelliere, che frena sull’embargo al gas russo; e poi con Angela Merkel, ritenuta praticamente responsabile del massacro di Bucha perché nel 2008 si oppose all’ingresso dell’Ucraina nella Nato. I due Paesi non si amano. Dopo la rivelazione del WSJ, però, occorre fare una domanda, la cui risposta non è affatto semplice. Pare infatti che nei negoziati tra Russia e Ucraina le parti abbiano convenuto la neutralità di Kiev e la smilitarizzazione del Paese, praticamente le stesse condizioni che Scholz aveva proposto prima del conflitto. Accettandole prima delle bombe, Zelensky avrebbe evitato la guerra? O Putin se ne sarebbe infischiato, trovando una scusa per occupare comunque il Donbass? La storia non si fa con i "se" né con i "ma", ma è un quesito che dovremmo porci

- io capisco tutto. Però se predichiamo l'autodeterminazione dei popoli, dovremmo ricordarcelo anche quando facciamo i titoli sui trionfi elettorali di Orban e Vucic. Perché se gli ungheresi e i serbi vogliono Viktor e Aleksandar al potere, non possiamo scrivere che “ha vinto il Cremlino”. Non è così: hanno vinto gli elettori, ha vinto il popolo. Punto. So che siamo poco abituati alle nostre latitudini, però è così che in teoria funziona la democrazia: chi ha più voti, governa

- pare che la Cartabia si sia decisa: la carriera dei magistrati verrà decisa da un “fascicolo” di valutazione sul loro rendimento. L’Anm e il Pd (maddai) parlano di “schedatura” e invece è questione di civiltà: chi sbaglia, paga. Soprattutto se ha in mano la vita giudiziaria (e non solo) di un cittadino, se può chiederne l’arresto preventivo, trascinarlo per anni in un processo, ritardare un provvedimento, dimenticarsi un dettaglio e via dicendo. La nostra giustizia merita una rivoluzione. Bene che si inizi da qui

- l’ultimo incontro della campagna elettorale di Jean Luc Melenchon avverrà contemporaneamente su più posti grazie agli ologrammi: 12 città con 12 “fantasmi”. Figo eh, ma mette un po’ ansia: immaginatevi però se dovesse vincere come si divertirebbe coi suoi ologrammi all'Eliseo

- inizia il processo ad Angela Merkel. Dopo l’accusa di Zelensky, che di fatto l’ha disegnata come la responsabile della strage di Bucha a causa del suo veto all’ingresso dell’Ucraina nella Nato nel 2008, adesso il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner mette “in discussione in modo critico” la “politica tedesca del passato sulla Russia”. Una cosa è certa: Angelona si è bruciata la possibilità di diventare il prossimo segretario generale della Nato o presidente della Commissione Ue. Almeno per un po’, meglio se se ne resta in casa vacanza

- piccola curiosità, su cui vorrei che si evitassero polemiche. Mentre giustamente impazzano le condanne unanimi per quanto successo a Bucha, l’Onu fa sapere che “ci sono denunce di violenza sessuale da parte delle forze ucraine e delle milizie della protezione civile di Kiev”. L’Onu verificherà queste accuse. Come è giusto che sia.

E come è giusto che sui crimini dei russi (che non dubito ci siano stati, da qualche parte) serva un'indagine il più indipendente possibile. La guerra è guerra. Fa schifo. E difficilmente gli eserciti di entrambe le parti ne escono vergini. Anche noi occidentali ne sappiamo qualcosa

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