"Non abbiamo tradito Domenico. Ci hanno detto di non dire nulla"

Parla un compagno di classe di Domenico Maurantonio, il ragazzo di 19 anni morto in gita scolastica a Milano precipitando dal quinto piano dell'hotel

"Non abbiamo tradito Domenico. Ci hanno detto di non dire nulla"

“Non vogliamo assolutamente che Domenico passi come il ragazzo tradito dagli amici. Non è così. Lui era uno di noi”. Il muro di silenzio che finora aveva avvolto la morte del ragazzo di 19 anni morto in gita scolastica a Milano precipitando dal quinto piano dell'hotel in circostanze ancora da chiarire è stato rotto da un compagno di classe di Maurantonio. "Quel silenzio – spiega il ragazzo al Mattino – è stato richiesto dalla polizia, che ha fermato una nostra lettera da inviare ai giornali. Noi eravamo i primi a voler parlare, tant’è che quando ci siamo sentiti dare degli omertosi abbiamo preparato una lettera da inviare ai giornali per spiegare chiaramente la nostra versione e mettere fine a tutte le falsità che stavano uscendo”.

Il giovane poi ha aggiunto: "Da Milano la polizia ci ha dato ordine di non parlare, di non rendere noti particolari delle indagini. Noi con gli investigatori siamo stati collaborativi al massimo. Io, come anche altri miei compagni, ci siamo sottoposti volontariamente al prelievo del dna. Abbiamo riferito che neanche noi sappiamo cosa sia successo quella notte, non abbiamo visto né sentito.

Abbiamo solo potuto fornire agli inquirenti gli stati d’animo di Domenico che abbiamo percepito nelle ore precedenti alla sua morte”.

E sulla dinamica dell'ultima serata di Domenico, il compagno dice: "Alcuni erano alticci altri sobri, nessuno ubriaco. Quando ci siamo addormentati Domenico era in camera e dormiva”.

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