La "non vittoria" e il suo prezzo

Per anni, se non decenni, la Russia si troverà a pagare il conto di questa "non vittoria" ben più di quanto l'abbiano fatto i Paesi europei che hanno direttamente e indirettamente sostenuto la resistenza ucraina

La "non vittoria" e il suo prezzo
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Può essere che Vladimir Putin alla fine strappi una pace ingiusta per gli ucraini così da poterla vendere, alla sua opinione pubblica e ai suoi ammiratori esterni, come una vittoria. Già, ma le vittorie non si misurano su un trattato bensì sulla situazione tra il prima e il dopo l'inizio della guerra. L'Italia, per esempio, vinse sul campo la Prima guerra mondiale ma ne uscì talmente a pezzi e indebolita da non rialzarsi, al punto da diventare prima teatro di scorribande dei bolscevichi e poi, per reazione, cadere nelle mani del fascismo. La situazione è in evoluzione, ogni ipotesi è un azzardo. Ma ad oggi un paio di cose possiamo dirle con certezza. La prima è che l'invasione dell'Ucraina ha provocato il netto ricompattamento dei principali Paesi dell'Europa Occidentale oltre che un riavvicinamento del Regno Unito all'Unione Europea. La seconda è che, sia pure con lentezza e non poche discussioni sui modi, l'Europa ha imboccato credo in maniera irreversibile la via del riarmo - dopo decenni di lassismo sotto lo scudo americano che da questo punto di vista resta comunque un alleato leale - preludio della creazione di un esercito comune più volte ipotizzato ma mai attuato. Insomma, per un pezzettino di Ucraina costato, tra spese e isolamento economico, miliardi di dollari e centinaia di migliaia di vite di giovani russi, Putin ha risvegliato un gigante - o ex gigante poco cambia - dormiente e si ritroverà ai confini nemici ben più forti e militarmente organizzati di prima. Quanto agli ucraini, pare evidente che quello che resterà, poco o tanto che sarà, dell'indipendenza di quel Paese godrà di protezioni e aiuti da parte dell'Occidente come impensabile prima dell'invasione. Se a questo aggiungiamo la caduta di affidabilità e prestigio della Russia sul piano internazionale, beh a me tutto ciò non sembra proprio un bollettino di vittoria. Per anni, se non decenni, la Russia si troverà a pagare il conto di questa «non vittoria» ben più di quanto l'abbiano fatto i Paesi europei che hanno direttamente e indirettamente sostenuto la resistenza ucraina.

Segno di quanto sia vero che la libertà ha sì un costo, ma è al contempo il miglior investimento sul medio e lungo termine. Ma questo Putin non può saperlo, avendo vissuto in un Paese che la vera libertà non l'ha mai sperimentata in tutta la sua millenaria storia.

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