Coronavirus

"Un'ondata importante tra giugno e luglio": la profezia sul Covid

Se allenteremo ogni misura di sicurezza anti-Covid, per la prima volta da quando c'è la pandemia rischiamo una forte ondata di contagi in piena estate: ecco la "previsione" di Walter Ricciardi

"Ondata importante tra giugno e luglio": la previsione di Ricciardi

Tra neanche due settimane diremo addio allo stato d'emergenza Covid che ci ha tenuto compagnia per due anni: cambieranno le regole su green pass, quarantena e mascherine ma sarebbe un errore eliminare tutto e subito. È il pensiero di Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Speranza e professore di Igiene all'Università Cattolica di Milano che mette in guardia sui rischi di una forte nuova ondata di casi in piena estate, tra giugno e luglio. "L’aumento dei casi andrà avanti. E se allentiamo troppo corriamo il rischio di un’ondata importante tra giugno e luglio".

Cosa può succedere

Come abbiamo visto sul Giornale.it, la subvariante Omicron 2 è veloce e sfugge agli anticorpi più della variante originale. Per questo motivo è fondamentale, secondo Ricciardi, mettere in sicurezza i più anziani e fragili con la proposta di una quarta dose agli over 75 da somministrare "quanto prima". L'ondata che potrebbe mettere a rischio l'estate degli italiani sarà provocata da questo virus così contagioso "che sta prendendo il sopravvento". Nulla, però, è perduto perché "non si tratta però di una tendenza ineluttabile, possiamo ancora invertire la rotta", afferma l'esperto in un'intervista a Repubblica. Ecco perché la data del 1° aprile non dovrà essere presa come un "liberi tutti", i casi Covid rischierebbero di schizzare nuovamente verso l'alto. "Se le decisioni vengono prese con cautela e gradualità no" , non si corrono rischi. Se invece si allentasse tutto contemporaneamente, in un momento come questo in cui la curva dà segnali di ripartenza, sarebbe un errore gravissimo".

Le misure da mantenere

Alla luce della nuova curva epidemiologica e della "mini-ondata" di casi che sta interessando l'Italia, Ricciardi auspica che le mascherine al chiuso dovranno rimanere "così come anche il certificato verde" perché è soprattutto al chiuso che il virus si moltiplica e diffonde. Le Fpp2 sono più importanti delle chirurgiche perché "abbattono fino all’80% il rischio di infezione" e bisogna tornare a spingere sulle vaccinazioni per coprire i 5 milioni di italiani "che ancora non hanno fatto la vaccinazione" ai quali si aggiungono circa 7 milioni di persone ancora senza booster (terza dose) che "non si stanno presentando ai centri vaccinali", incalza Ricciardi. Dietro al nuovo aumento dei casi contribuiscono molti fattori tra cui l'abbassamento delle guardia da parte della gente e sentirsi nuovamente in libertà. "Atteggiamenti che hanno determinato una vulnerabilità, che come conseguenza ha portato i casi a risalire".

"Ecco chi fa grossi errori..."

Di certo, l'esperto igienista non è favorevole al modello inglese voluto da Boris Johnson dove è tutto aperto, non esistono più distinzioni restrittive tra vaccinati e no vax ma i numeri non sono dalla sua parte. "Purtroppo c’è chi sta facendo grossi errori, a partire dal Regno Unito che dal 24 febbraio ha tolto tutte le precauzioni e ora si ritrova con un’impennata di ricoveri e oltre 100 mila casi al giorno", spiega a Repubblica. La Germania, invece, funziona diversamente: il ministro alla Salute ha preso atto dell’inversione della curva dei contagi ma, trattandosi di Stato federale, ogni Lander ha fatto le sue scelte in autonomia: alcuni "hanno interrotto le riaperture, altri non lo hanno fatto".

"Mantenere obbligo vaccinale"

In conclusione, Ricciardi spiega come la mancata vaccinazione tra i giovanissimi in età pediatrica, sotto al 40%, abbia contribuito alla ripresa della circolazione del virus anche tra gli adulti: per questo motivo, le categorie a rischio vanno messe in sicurezza e ripete quanto detto inizialmente, sulla necessità di vaccinare per la quarta volta tutti gli over 75 oltre agli anziani delle Rsa dove il virus può circolare con facilità.

Alla chiara domanda se l'obbligo vaccinale per gli over 50 andrebbe prorogato oltre il 15 giugno, l'esperto conclude con un perentorio "certo che sì".

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